Da piazza Plebiscito alla sede della Regione, la nuova protesta di Napoli. I lavoratori sfiniti: ‘Lavoro’ e ‘Dimissioni’

La protesta in piazza Plebiscito

Chiedono ‘libertà’ e soprattutto ‘lavoro’. Chiedono di poter tornare alle proprie attività senza limiti di orario, ma con la volontà di rispettare le tante, tantissime, prescrizione anti-Covid cui sono stati obbligati ad adeguarsi per potere ripartire.

Anche questa sera Napoli raccoglie e rilancia l’appello disperato di centinaia e centinai di imprenditori e dipendenti del mondo della ristorazione ma non solo. La ‘piazza’ che abbraccia le storie di rabbia e amarezza è quella delle grandi occasioni: piazza Plebiscito. E non poteva essere diversamente. Giorno dopo giorno, protesta dopo protesta, e soprattutto Dpcm dopo Dpcm, i ristoratori ma anche i titolari di tutte quelle attività che il premier Conte ha chiuso per un mese hanno preso il coraggio a due mani e hanno deciso di ‘ribellarsi’. Hanno deciso di non accettare supinamente l’ordine di chiudere o di ridurre l’orario di lavoro come accaduto nella prima fase dell’emergenza, quando la novità della diffusione del virus ha colto tutti alla sprovvista e a nessuno era chiaro come affrontare un nemico invisibile che aveva messo la potente Cina sottosopra.

Adesso le cose sono cambiate e i lavoratori danneggiati dal nuovo Dpcm non ci stanno più a pagare per la gestione della pandemia. Così questa sera piazza del Plebiscito si è riempita. Si è riempita di ristoratori, titolari dei bari, operatori nel settore turismo, studenti, esponenti dei centri sociali, persone che hanno perso o stanno perdendo un lavoro sommerso o a tempo determinato. Tutti, per lunghi minuti, hanno rivolto lo sguardo verso il palazzo della Prefettura, chiedendo appunto “libertà e lavoro”. C’è chi ha esposto anche degli striscioni: «Reddito di salute per tutti la crisi la paghino i ricchi», oppure «A salute e ‘a prima cosa, ma senza sorde nun se cantano messe». I baristi si sono anche seduti per un sit-in della categoria, rispettando il distanziamento e agitando gli shaker.

Il corteo si è quindi spostato in via Santa Lucia, davanti la sede della Regione, che l’altra sera fu teatro di una vera e propria guerriglia urbana.

Qui i cori intonati sono stati diversi, perché diverso è l’inquilino dell’Ente. «Dimissioni, dimissioni», urla la folla. Il destinatario è il presidente della Regione Campania Vincenzo Campania, che già da settimane è nel mirino di una platea di cittadini che non condividono la sua linea di totale chiusura. Proprio in via Santa Lucia il personale del ristorante ‘Borgo Antico’ ha inscenato una singolare protesta: hanno issato una bara e l’hanno ancorata all’insegna luminosa, mentre impiccati alla fune ci sono i manichini di due camerieri.

lunedì, 26 Ottobre 2020 - 21:25
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