Speranza manda in ‘rosso’ la Campania ma i positivi-ricoverati-posti letto sono come 10 giorni fa. Vi è obbligo di chiarezza

Roberto speranza Coronavirus

Il venerdì 13 porta male, malissimo, alla Regione Campania e apre un’imbarazzante pagina politica per il Movimento Cinque Stelle oltre che un problema di comunicazione Governo-cittadini che il premier Conte o il ministro della Salute Speranza dovranno affrontare quanto prima con chiarezza, rigore e convinzione. Poco dopo le 10 di questa sera è arrivata la fatidica ordinanza di revisione delle ‘zone di rischio’ che fa sprofondare la Campania nel girone ‘rosso’, quello del lockdown (più soft, sotto certi aspetti, rispetto alla ‘serrata’ di primavera), bypassando la ‘fascia arancione’. Un doppio salto (la Campania era in zona ‘gialla’) che, numeri alla mano, appariva impensabile e che, invece, dopo ore di indiscrezioni, si è materializzato impietoso, accendendo però interrogativi più che legittimi.

Appena nove giorni fa, ossia mercoledì 4 novembre, la Campania viene collocata in zona gialla, quella disegnata per le Regioni in grado di mantenere un punto di equilibrio soprattutto tra numero di nuovi casi positivi da Covid-19 e posti letto occupati e/o liberi: quel giorno la Campania fa registrare 4.181 nuovi casi positivi (solo 329 sintomatici) su 21.684 tamponi esaminati, quasi 1200 in più del martedì precedente. I posti letto di terapia intensiva complessivi sono 590, di cui attivabili Covid 243 con 175 occupati; i posti letto di degenza attivabili sono 1.940, di cui occupati 1.569. La decisione innesca tali e tante polemiche che il ministro della Salute Roberto Speranza è dapprima costretto a chiarire i criteri di attribuzione della fascia di rischio e poi addirittura invia gli ispettori per valutare direttamente i dati forniti dall’Unità di rischio della Regione allo scopo di capire se vi fosse qualche anomalia che avesse ‘favorito’ la Campania.

Si arriva così a martedì 10 novembre: la Campania viene confermata in zona gialla. Una decisione che, rivelerà De Luca, era stata assunta dal ministero della Salute già il giorno prima ma comunicata con 24 ore di ritardo. Ebbene, il lunedì 9 novembre i dati dell’Unità di crisi della Regione fotografano il seguente scenario sul fronte dell’andamento del contagio: 3.120 nuovi casi (molti di meno rispetto ai 4.601 del giorno precedente) ma a fronte di una netta riduzione dei tamponi effettuati (15.793 contro i precedenti 25.806). Sempre altissimo il numero degli asintomatici: 2710 contro 410 sintomatici. Quanto ai posti letto, quelli di terapia intensiva disponibili sono 590, quelli occupati 191. I posti letto di degenza disponibili 3.160, quelli occupati 1.949. Nello spazio di una settimana, dunque, la situazione ‘numerica’ dei principali indicatori usati dal ministero per calcolare matematicamente la ‘fascia di rischio’ sembra stazionaria. Le polemiche sulla Campania zona gialla, tuttavia, proseguono. La tesi dei detrattori è semplice: il Governo ha voluto punire col cartellino rosso le regioni, come la Lombardia e il Piemonte, guidate da forze politiche di centrodestra (che sono all’opposizione del Governo) e invece ha voluto ‘salvare’ la Campania che è guidata da De Luca, esponente del Pd che siede in maggioranza.

E’ il caos. E in poco tempo nel frullatore delle accuse e delle repliche ci finiscono le storie che arrivano dal territorio, quelle che raccontano di ospedali sotto sforzo, di file di ambulanze fuori dai principali ospedali, di bombole d’ossigeno che non sono più reperibili nelle farmacie e di persone che, sintomatiche ma ‘costrette’ a casa, fanno fatica a mettersi in contatto o con il medico di famiglia o con l’Asl di riferimento per sapere come e quando fare il secondo tampone che ti riassegna la libertà. Storie che, in realtà, arrivano un po’ da tutta Italia, ché il sistema sanitario si è ritrovato impreparato a fronteggiare la seconda ondata: l’aggravante, da contestare al Governo, è che dopo lo tsunami della primavera, ci sarebbe stato tutto il tempo per rafforzare un sistema già provato da decenni di tagli, spending review e anche scarsa considerazione, ma si è arrivati a settembre con gli stessi nervi scoperti dell’inizio emergenza. E così in Campania, come anche in altre regioni, il problema vero è stato ed è quello dell’organico del personale medico, in particolare di anestesisti, infettivologi e pneumologi. Il problema è che a causa della scarsità delle risorse tutti i processi, anche di verifica di un sospetto caso Covid, si allungano, generando code. Code alimentate anche dal cortocircuito che troppo spesso si crea tra il cittadino e la medicina territoriale: di fronte al silenzio del medico di base o dell’Asl, in tanti – comprensibilmente spaventati anche per via di sintomi più aggressivi – hanno iniziato a raggiungere da soli gli ospedali, creando imbuti.

A chiudere il cerchio ci pensa, poi, il video choc arrivato dal pronto soccorso del Cardarelli che ha riprende un anziano, sospetto caso Covid, morto nel bagno e altri pazienti ‘dimenticati’ sulle barelle ammassate. Siamo a mercoledì 11 novembre. Scoppia il putiferio: chi sino a questo momento aveva tuonato contro la gestione di De Luca trova una cassa di risonanza ancora più forte. Il clima si surriscalda ma i dati sull’andamento del contagio – quelli sempre presi in considerazione per il famoso calcolo matematico del Governo – non danno segnali preoccupanti. Anzi: per tre giorni di fila, i nuovi positivi sono in lieve calo.

Arriviamo così a oggi, venerdì 13. Nelle ultime 24 ore le persone col Covid sono 4.079, delle quali 509 sintomatiche, su 25510 tamponi esaminati. I posti letto di terapia intensiva disponibili sono 656 mentre quelli occupati sono 183. I posti letto di degenza disponibili sono 3.160, mentre i posti letto di degenza occupati sono 2.153. Persino De Luca, che da ottobre invoca la zona rossa per tutta Italia, riconosce – durante la diretta Facebook del venerdì – una stabile proporzione tra positivi, malati e ospedalizzati. Di più: De Luca rivendica anche la più bassa percentuale di vittime per Covid rispetto ad altre regioni. Confrontando i dati con quelli di una decina di giorni fa, sembra dunque che non vi siano variazioni clamorose. Anzi, i posti in terapia intensiva disponibili sono pure aumentati. Eppure, rispetto ad allora la Campania finisce in zona rossa. Il che, sia in punta di logica sia alla luce delle spiegazioni offerte dal ministero sugli indicatori principali valutati per la fascia di rischio, si fa fatica a comprendere. La matematica, del resto, non è un’opinione. Ecco perché il premier Conte e il ministro Speranza hanno il dovere di spiegare con chiarezza come si è arrivati a questa scelta. Fino ad allora resterebbe in piedi il sospetto, legittimo, che questa distribuzione dei ‘cartellini’ sia più un fatto politico che non il risultato di un quadro critico.

Del resto basta guardare l’incredibile reazione di ‘esultanza’ del Movimento Cinque Stelle per pensare che alla Campania sia stato fatto un torto al solo scopo di colpire De Luca: Di Maio, ministro degli Esteri, ha sostenuto che «bene ha fatto l’Iss» a collocare la Campania in zona rossa perché in tal modo, è il senso del ragionamento, si è posto un argine agli «errori» di Vincenzo De Luca che stanno ricadendo sulla pelle dei cittadini. Più esplicita ancora il consigliere regionale Valeria Ciarambino, che addirittura rivendica con fierezza la ‘zona rossa’ manco la Campania avesse vinto chissà quale positiva competizione: «La Campania zona rossa è il risultato di nostre battaglie a tutela delle vite umane. Sono orgogliosa di aver condotto in prima persona una battaglia insieme con i parlamentari e ministri del mio territorio – ha aggiunto – nessuno dei quali si è risparmiato un solo istante, accogliendo il grido disperato di operatori sanitari e cittadini e portando a casa un risultato teso esclusivamente a tutelare il sacrosanto diritto alla salute e alla vita dei cittadini della Campania».

In conclusione, Speranza e Conte hanno ora l’obbligo morale di spiegare e di spiegarsi. Di spiegare – data l’invariabilità del quadro del contagio – se l’errore di valutazione è stato compiuto 10 giorni fa (il che darebbe ragione a De Luca e per l’Esecutivo sarebbe un boomerang), se è stato compiuto oggi (il che darebbe sempre ragione De Luca che parla di ‘caos’ creato dal Governo) o se c’è qualcosa che i campani ignorano e hanno il diritto di sapere.

venerdì, 13 Novembre 2020 - 23:37
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