Magistrati, l’Anm supera lo stallo e riparte da Santalucia: il nuovo presidente è di Area. «Seguirò una linea di mediazione»

Il magistrato Giuseppe Santalucia

In zona Cesarini la ‘nuova’ Associazione nazionale magistrati supera lo stallo nel quale si era arenata, e che rischiava di portare a nuove elezioni dopo appena due mesi, e nomina il suo presidente: è Giuseppe Santalucia, esponente di sinistra di Area (e nello specifico di Magistratura democratica), a succedere al collega di corrente Luca Poniz, che avrebbe meritato l’incarico essendo stato il magistrato più votato ma che ha preferito fare un passo indietro non godendo di consensi trasversali per via della sua reggenza dell’Anm durante l’ultimo difficile anno vissuta dalla magistratura. Su Poniz pesava in modo particolare la contrarietà di Magistratura indipendente, che è agli antipodi di Area e che si contende con Area la maggioranza nell’Anm.

Con Poniz avevano fatto un passo indietro anche i colleghi di Area Silvia Albano – che molti davano in pole position come segretaria – e Giovanni Tedesco che hanno fatto parte del precedente ‘parlamentino’. Ritirandosi, Poniz aveva poi chiesto che prendessero parte alla futura giunta anche Antonio Sangermano e Pasquale Infante, fuoriusciti da Unicost – la corrente ‘centrista’ di Luca Palamara finita nell’occhio del ciclone – ed eletti nelle liste di MI come Movimento per la Costituzione. 

Nato nel 1964 a Catania, Santalucia ha ottenuto 30 voti su 36 votanti (la nomina è arrivato sabato 5 dicembre): in suo favore si sono espressi Area, Magistratura indipendente, Unicost, Autonomia e indipendenza, ma non i togati di Articolo 101 che non lo hanno votato ritenendo che sia stato troppo a lungo fuori ruolo. Entrato in magistratura nel 1989, è stato pm in Sicilia (a Patti e Messina) e gip a Reggio Calabria. Magistrato dell’Ufficio Studi del Csm, poi addetto al Massimario della Cassazione. Dal 2012 è consigliere della Suprema Corte, dove è stato anche coordinatore del settore penale. Nella sua carriera annovera la nomina prima a vice capo e poi come capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia – con il Guardasigilli Andrea Orlando -, una permanenza negli uffici di Via Arenula che si è protratta dall’agosto 2013 al febbraio 2018.

«Sento fortemente il peso della responsabilità di assumere questa presidenza per le recenti vicende che hanno sconvolto l’ordine giudiziario», ha detto Santalucia riferendosi al caso Palamara e all’effetto domino che ha sconvolto il Csm e anche l’Anm, «e per la pandemia che incombe». «Il programma che seguirò non è al ribasso, ma di mediazione. Per me la mediazione non ha un’accezione negativa: mediazione e compromesso sono i mezzi che ci consentono di raggiungere risultati. L’Anm è un attore importante della vita politica e della vita pubblica. Noi siamo interpreti della Costituzione». 

Come vicepresidente è stata eletta Alessandra Maddalena di Unicost (il suo nome circolava come presidente in ticket con la Albano, per una svolta ‘rosa’), mentre il segretario – che è il ‘numero due’ dell’Anm – è Salvatore Casciaro di Magistratura indipendente, il suo vice è Italo Federici di Unicost. A dirigere la rivista ‘La Magistratura’, house organ dell’Anm, sarà Cecilia Bernardo, mentre Aldo Morgigni (Autonomia & Indipendenza) è il coordinatore dell’Ufficio sindacale del quale fanno parte Angela Arbore, Elisabetta Canevini, Emilia Di Palma e Maria Cristina Ribera.

lunedì, 7 Dicembre 2020 - 11:32
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