La lite, l’omicidio e il tentativo di inscenare una rapina finita male: risolto l’omicidio dell’ex segretario della Lega a Bergamo


L’omicidio dell’ex segretario provinciale, a Dalmine (in provincia di Bergamo), della Lega. Le indagini e la svolta. Per la morte di Franco Colleoni, titolare del ristoratore ‘Al Carroccio’, è stato arrestato il figlio 34enne Francesco.

I carabinieri del Comando provinciale di Bergamo e di Treviglio hanno chiuso il cerchio attorno all’uomo in tempi rapidi, delineando anche il possibile movente: il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una lite per la gestione del locale di famiglia. Da parte di Francesco Colleoni è arrivata una mezza confessione: ha ammesso la lite e la colluttazione, dicendo però di non ricordare nulla di quanto accaduto successivamente. Dopo le formalità di rito, è stato trasferito nel carcere di Bergamo a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Franco Colleoni

Il delitto si è consumato la mattina di sabato 2 gennaio nella casa di Franco Colleoni, di 68 anni. Padre e figlio avrebbero dapprima litigato in maniera violenta, pare per la gestione del locale, che come altri aveva subito nell’ultimo anno le conseguenze del lockdown. Chiuso dal 23 dicembre scorso, dopo aver tenuto aperto alcuni giorni prima delle feste con la formula dell’asporto, avrebbe dovuto riaprire il 7 gennaio. Padre e figlio avrebbe discusso proprio per la riapertura del locale.

I toni si sarebbero accesi e i due sarebbero venuti alle mani: il 34enne avrebbe, dunque, percosso con violenza il genitore, facendolo cadere a terra e poi colpendolo con un oggetto contundente e infine sbattendogli più volte il capo contro una delle pietre del giardino. Pietra che i carabinieri hanno sequestrato, così come altre suppellettili dello stesso giardino antistante casa e ristorante, e che sarà confrontata con le ferite al capo e al viso riportate dal ristoratore durante l’autopsia, in programma per i prossimi giorni all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove il corpo di Colleoni è stato trasferito dopo i rilievi del reparto scientifico dell’Arma.

Dopo l’aggressione, Francesco Colleoni ha messo a soqquadro l’appartamento, forse nel tentativo – ipotizzano gli investigatori – di simulare una rapina finita male. Poi ha chiamato i carabinieri, sostenendo di aver trovato il corpo del padre ormai senza vita e avvisando fratello e madre. I carabinieri hanno però da subito indirizzato i loro sospetti sul 34enne perché molti elementi non quadravano: nella proprietà ci sono tre cani – due San Bernardo e un meticcio – che, benché di indole buona, avrebbero quantomeno dovuto difendere il padrone da un eventuale intruso. Messo alle strette, nella notte tra sabato e domenica Francesco Colleoni ha ammesso la colluttazione col padre, precisando però di non ricordare nulla dell’evento. Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida del fermo dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo. E’ difeso dall’avvocato Pasquale Silvestro.

domenica, 3 Gennaio 2021 - 22:48
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