‘Ndrangheta, boss tradito dal Covid: stanato in clinica dopo 13 anni di latitanza, deve scontare l’ergastolo per omicidio


Irreperibile da 13 anni, tradito infine dal Covid. Il virus interrompe la latitanza di Francesco Pelle, conosciuto negli ambienti malavitosi anche come Ciccio ‘Pakistan’, boss della ‘ndragheta sfuggito all’arresto nel lontano 2007 e che si rifugiava in Portogallo, dove ieri è finita la sua latitanza. Il boss 43enne è stato arrestato a Lisbona, scovato dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dell’unità antiterrorismo della policia judiciaria portoghese in una clinica dove era in cura perché contagiato dal Covid-19. Attualmente, vista le condizioni di salute, è piantonato nell’Hospital de Sao José della capitale portoghese.

L’arresto
Pelle, che deve scontare l’ergastolo per l’omicidio di Maria Strangio, omicidio avvenuto nel Natale del 2006 e aggravato dalle finalità mafiose, è stato intercettato il 29 marzo scorso a Lisbona dal personale della polizia giudiziaria portoghese che ha dato esecuzione al provvedimento restrittivo nei suoi confronti. L’arresto è stato possibile anche perché il boss figurava nel programma speciale di ricerca del Viminale, in quanto ritenuto latitante di massima pericolosità. Particolarmente importanti, ai fini dell’arresto del latitante, sono stati i canali di cooperazione internazionale attivati dai carabinieri del Comando reggino che da tempo beneficiano dell’assistenza tecnica del progetto I-Can, rete internazionale interforze a contrasto della ‘ndrangheta. Alla cattura di Francesco Peppe si è dunque arrivati grazie ad un articolato lavoro in sinergia che ha coinvolto in Italia i carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria, quelli del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco, con il coordinamento della Dda reggina diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri. Pelle era stato da tempo localizzato nella penisola iberica, il lavoro di squadra coi colleghi portoghesi ha infine consentito di rintracciarlo nella clinica dove stava osservando l’isolamento per Covid.

La strage di Natale
Francesco Pelle è stato condannato all’ergastolo in via definitiva nel 2019 perché ritenuto il mandante della ‘strage di Natale, avvenuta il 24 dicembre del 2006, durante la quale fu uccisa Maria Strangio, moglie del capoclan rivale Giovanni Luca Nirta. In quell’agguato avvenuto a San Luca rimasero ferite 4 persone, tra cui un bambino. La donna, allora 33enne, fu l’unica e incolpevole vittima di un raid che aveva come bersaglio principale il boss Nirta, scampato invece alla furia dei sicari. Secondo quanto poi ricostruito dagli investigatori, quel raid fu la risposta vendicativa all’agguato in cui lo stesso Pelle era rimasto ferito alla schiena, colpito da una fucilata mentre si trovava sul terrazzo di casa con in braccio il suo primogenito appena nato, ad Africo, nel Reggino, il 31 luglio del 2006.

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martedì, 30 Marzo 2021 - 08:46
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