Napoli, ‘vietato’ il caffè al banco. Gli esercenti: «Seduti al tavolo sì, tazzina al volo no. Chiediamo una modifica»

Nello scatto di Kontrolab, un barista serve due caffè da asporto

Bar aperti in zona gialla, anche con consumo al tavolo se si ha uno spazio aperto. Vietata però la tazzina di caffè al banco. E’ il chiarimento del Viminale all’ultimo decreto Covid. Una disposizione che ha scatenato la reazione dei titolari di bar di Napoli, convinti che aprire all’aperto e impedire il rito del caffè al banco sia l’ennesima inutile restrizione a danno dei commercianti.

La circolare
Nei chiarimenti dell’Ufficio di Gabinetto del Ministero per l’Interno contenuti nella circolare numero 15350 si chiarisce che i servizi di ristorazione con consumo al tavolo sono concessi in zona gialla «esclusivamente all’aperto» e nella fascia oraria dalle 5 alle 22. «Rimane esclusa – si legge –  relativamente agli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande, la possibilità di consumazione al banco». Il consumo al tavolo, continua la circolare,  è consentito per un massimo di quattro persone, salvo che siano tutte conviventi.

Immediata la reazione di Confcommercio Campania: «Gli esercizi che non dispongono di spazi all’aperto potranno effettuare solo asporto e delivery sino al 1° giugno – si legge in una nota inviata agli associati –  data dalla quale potranno riprendere l’attività di somministrazione al tavolo negli spazi al chiuso. Confcommercio e Fipe hanno immediatamente sollecitato la Presidenza del Consiglio a modificare tale norma per consentire almeno, in questo periodo, la somministrazione al banco».

La reazione
«
È semplicemente vergognoso questo provvedimento oltre che illogico perché le pressioni dei ristoratori hanno concesso la ristorazione all’aperto e dunque la possibilità alle persone di essere a contatto senza mascherina per un’ora e non viene concesso ai baristi di poter servire un caffè, un dolce o una bibita per pochi minuti al banco – commenta all’Ansa Ulderico Carraturo della Antica Pasticceria Carraturo, nonché rappresentante di categoria per Confcommercio Campania. Il caffè o uno spritz potranno quindi essere consumati al tavolino oppure saranno serviti in bicchieri di plastica o carta da asporto, come fino a oggi. «Ormai – aggiunge Carraturo – siamo alla discriminazione senza logica. Tutto ciò è inconcepibile è inaccettabile». Antonio Sergio, uno dei proprietari del Gran Caffè Gambrinus che riapre mercoledì per avere la produzione completa di dolci e semifreddi, spiega: «Il servizio esterno ai tavoli è un contentino. Io ho spazio esterno ma ho anche una sala storica che non posso utilizzare. Penso a chi lo spazio non lo ha e non è giusto. Per il divieto di somministrazione del caffè al bancone mi sembra di essere tornati indietro alla zona arancione o rossa. L’unica nota positiva è il prolungamento dell’orario a noi concesso, dalle 18 alle 22 che ci consente di servire l’aperitivo ai tavoli esterni. Io sarei stato per un lockdown totale per altri 10 giorni se servisse a qualcosa di pari passo con l’aumento delle persone vaccinate».  Duro anche Roberto Biscard del bar “Cantine Sociali” di Piazza Rodinò, vicepresidente di Fiepet-Confesercenti Napoli: «È una decisione – dice – incomprensibile. L’ennesima mazzata che ci crea gravi difficoltà. Perché impedire ai clienti il consumo al banco, nel pieno e assoluto rispetto delle normative anti-covid, in una zona non più ad altissimo rischio? Tavoli interni interdetti e servizio al bancone vietato incidono almeno per un 30% dell’incasso giornaliero per un locale come il nostro. L’effetto di questa decisione sarà quello di trovare tavolini pieni all’esterno e gente scoraggiata dall’impossibilità di consumare al banco. Così facendo, non ci permettono di lavorare. Facciamo un passo avanti e due indietro. Il Governo corregga il tiro al più presto e trovi una soluzione adeguata».

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lunedì, 26 Aprile 2021 - 09:13
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