Politica e camorra, disposti i domiciliari per il senatore di Fi Cesaro. La difesa: «Non ci sono le esigenze cautelari»

Luigi Cesaro
Luigi Cesaro

La decisione è arrivata poco più di un anno dopo la richiesta della procura. Il giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Miranda del Tribunale di Napoli ha disposto gli arresti domiciliari per il senatore di Forza Italia Luigi Cesaro nell’ambito dell’inchiesta ‘Antimeo’ sulle presunte collusioni tra pollici e camorra a Sant’Antimo, città in provincia di Napoli.

A Cesaro la procura contesta l’accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Il via libera è arrivato dopo l’esame delle intercettazioni di cui il Senato ha autorizzato l’utilizzo: la decisione è intervenuta nel maggio scorso. Con 156 sì e 47 no, Palazzo Madama ha dato l’ok per l’utilizzo di sole 6 intercettazioni su 21 effettuate tra il 2016 ed il 2017. Queste infatti sarebbero state effettivamente conversazioni di un parlamentare captate casualmente, mentre per le restanti 15 il Tribunale, secondo il Senato, avrebbe capito che si trattava di telefonate di un parlamentare.

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Questo passaggio ha sbloccato la decisione del gip, che ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza ma, a differenza di quanto richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha ritenuto sufficienti i domiciliari (la procura voleva il carcere). L’arresto non è però immediatamente esecutivo: essendo Cesaro un parlamentare, il provvedimento dovrà essere sottoposto all’esame del Senato per l’autorizzazione.

A Cesaro, nello specifico, si contesta di avere stretto un patto mafioso-elettorale con il clan Puca. Accusa mossa anche ai fratelli del senatore, che per via di questa vicenda – nel maggio dello scorso anno – furono colpiti da misura cautelare: all’epoca finì in carcere Antimo Cesaro, mentre i domiciliari furono disposto per Aniello e Raffaele Cesaro. 

Agli atti dell’inchiesta a carico di Cesaro vi sono anche delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Ferdinando Puca, che peraltro si riferiscono a fatti del 2011. Altri due pentiti che pure hanno raccontato di un accordo elettorale tra i Cesaro e i Puca hanno chiarito di non avere mai visto il senatore Cesaro e di non avere mai avuto a che fare con lui, additando invece il fratello Antimo Cesaro come lo ‘stratega’ delle elezioni. 

I difensori di Luigi Cesaro, il professore e avvocato Alfonso Furgiuele e l’avvocato Michele Sanseverino, riporta una nota, «ritengono che esso sia meritevole di una ferma censura, sia in ordine al profilo della gravità indiziaria sia a quello dell’esistenza e permanenza attuale delle esigenze cautelari. Pertanto, indipendentemente dalla decisione che verrà adottata dal Senato in ordine alla richiesta di autorizzazione all’arresto, intendono immediatamente proporre istanza di riesame al Tribunale ‘della libertà’ di Napoli».

venerdì, 10 Settembre 2021 - 15:58
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