Guerra in Ucraina, fuga dei colossi aziendali dalla Russia: stop auto, negozi | L’elenco delle chiusure


La guerra in Ucraina sta costando caro alla Russia sotto il profilo economico. Il rublo si è svalutato, l’inflazione è alle stelle. E a ciò si aggiunga anche la progressiva desertificazione e disoccupazione dovuta alla fuga di grossi colossi industriali.

L’elenco di quanti hanno interrotto, temporaneamente, ogni attività in Russia si ingrossa di ora in ora. E’ di oggi la notizia che la giapponese Fast Retailing Co., la società madre del marchio di abbigliamento Uniqlo, ha annunciato la sospensione temporanea delle sue operazioni in Russia, a causa del peggioramento del conflitto.

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«Ci è diventato chiaro che non possiamo più procedere a causa di una serie di difficoltà. Pertanto, abbiamo deciso oggi di sospendere temporaneamente le nostre operazioni», si legge in una nota. «Fast Retailing è fortemente contraria a qualsiasi atto di ostilità. Condanniamo – spiega il gruppo – tutte le forme di aggressione che violano i diritti umani e minacciano l’esistenza pacifica degli individui. La missione della nostra azienda è incentrata sull’offerta al grande pubblico di abiti di base, accessibili e fatti per tutti. Crediamo – prosegue – che sia nostra responsabilità fornire questi articoli essenziali a tutti, compresi quelli colpiti da conflitti, disastri naturali e altre devastazioni. La settimana scorsa abbiamo annunciato una donazione di 10 milioni di dollari e vestiti attraverso la nostra partnership globale di lunga data con l’UNHCR. Inoltre, i nostri dipendenti in Europa hanno aiutato a consegnare vestiti alle persone colpite in fuga dall’Ucraina. Uniqlo ha reso disponibile al pubblico l’abbigliamento quotidiano anche in Russia, come parte della nostra missione».

«Tuttavia – conclude la nota -, abbiamo recentemente affrontato una serie di difficoltà, tra cui sfide operative e il peggioramento della situazione del conflitto. Per questo motivo, sospenderemo temporaneamente le nostre operazioni».

Nei giorni scorsi si è fermato il colosso svedese dell’arredamento Ikea, che ha sospeso produzione, vendita, import ed export, con un impatto diretto su 15.000 collaboratori in Russia e Bielorussia. Nello specifico Ikea ha chiuso 17 punti vendita.

Stop delle esportazioni in Russia per Volkswagen; blocco anche dalle principali case automobilistiche giapponesi da Toyota per criticità legate all’approvvigionamento delle forniture nello stabilimento di San Pietroburgo (100.000 veicoli all’anno), a Honda che ha deciso di fermare l’invio delle proprie auto in Russia per le difficoltà nel sistema dei pagamenti in quanto le vetture vengono trasferite dagli Stati Uniti, a Mazda che bloccherà le forniture di parti di ricambio.

Attività commerciali sul territorio russo e online chiuse da Apple e Nike, mentre Eni ha deciso di vendere la sua quota nel gasdotto Bluestream con Gazprom. Sul fronte della grande industria a fare un passo indietro sono state da Boeing che ha sospeso supporto tecnico e manutenzione dei suoi aerei alla compagnie russe a Bmw che ha bloccato le esportazioni, passando per Ford e Mercedes che hanno sospeso le attività, a Renault che ha chiuso l’impianto di Mosca, Daimler Truck ha interrotto la partnership con Kamaz e si è fermata anche la tedesca Siemens.

Nel settore dei media e dello spettacolo la Disney ha sospeso la proiezione dei suoi film in Russia, mentre DirecTv ha annunciato di “avere tagliato” i suoi rapporti con “Russia today”. WarnerMedia ha infine interrotto la proiezione di Batman in Russia. Il settore della vendita al dettaglio vede la sospensione temporanea del commercio in Russia da parte H&M. Il settore del trasporto navale vede infine Maersk e MSC Mediterranean Shipping Company annunciare la sospensione delle prenotazioni dei cargo con la Russia. Anche Airbnb, società statunitense operatrice di un portale online per la ricerca di alloggi temporanei, ha annunciato la sospensione delle sue attività in Russia e Bielorussia nel contesto della crisi militare in atto in Ucraina.

Anche altri grandi marchi hanno per ora ‘chiuso’: Nestlè, i marchi di tabacco Philip Morris e Imperial Brands, McDonald’s, Starbucks, Coca-Cola e PepsiCo hanno sospeso la loro attività.

giovedì, 10 Marzo 2022 - 12:24
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