Camorra, ucciso davanti alla compagna incinta per vendetta: 6 fermi a Ponticelli, c’è anche il ras De Micco

procura di napoli
Procura di Napoli (foto kontrolab)

Erano le due di notte dello scorso 6 ottobre quando Carmine D’Onofrio, figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa (quest’ultimo fratello del ras ergastolano Antonio detto ‘Tonino ‘o sicc), fu assassinato in un agguato di camorra. Il raid si consumò in presenza della compagna di D’Onofrio, una ragazza di 20 anni in attesa di un figlio.

A distanza di cinque mesi, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha dato il là all’arresto di sei persone del clan De Micco mentre una settima non sarebbe stata trovata. Oggi la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un decreto di fermo che adesso dovrà essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli.

Tra le persone sottoposte a fermo dagli agenti della Questura di Napoli figura il boss Marco De Micco. Tra i destinatari del provvedimento anche la madre del boss alla quale, però, il fermo non è stato al momento notificato.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, che tenevano sotto controllo la sua abitazione, sarebbe stato lui a decidere quell’omicidio ritenendo che D’Onofrio avesse preso parte a un attentato ai suoi danni, avvenuto alcun giorni prima dell’omicidio.

Un’informazione dedotta dal boss dopo avere preso e fatto picchiare, per costringerlo a parlare, un uomo ritenuto legato a De Luca Bossa che avrebbe pronunciato solo il nome di battesimo dell’autore coincidente con quello del figlio del boss.

lunedì, 4 Aprile 2022 - 18:19
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