Zes, l’occasione da non mancare: dibattito al Tar. Quadri: «Necessario lavorare su infrastrutture». Palmieri: «Fare presto»


«Il nostro territorio partiva da un gap di crescita rispetto al Nord che si è accentuato con la pandemia. Con le Zes si possono creare le condizioni per dare un’opportunità alle aziende di uscire fuori dalla crisi e di crescere». Carlo Palmieri, vicepresidente dell’Unione industriali, guarda con fiducia alle Zone economiche speciali come modello di accelerazione economica dei territori più depressi e occasione di rinascita per le imprese uscite con le ossa rotte dalla pandemia.

E, tuttavia, spera che stavolta quella delle Zes non diventi un’altra occasione mancata. Ché l’istituzione delle Zes risale al 2017 e da allora, osserva Palmieri, «vi è stato un momento di forte stallo». Solo oggi, 5 anni dopo, le Zes trovano nuovo impulso, ma la fase in cui si trovano è ancora embrionale. «Mi auguro che il periodo di sperimentazione finisca presto – sottolinea Palmieri – Perché mentre il medico studia, il malato muore. Il fattore tempo non può essere secondario». La riflessione di Palmieri scandisce l’incontro dal titolo «Le zone economiche speciali nella Regione Campania. Opportunità e rilancio dell’imprenditoria in Campania» tenutosi oggi, 4 aprile, nell’Aula Filangieri del Tar Campania a Napoli e organizzato dalla sezione napoletana dell’Aiga (associazione italiana giovani avvocati) con il patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli.

La parola d’ordine è, dunque, fare presto. Ma anche lavorare per superare qualche criticità e potenziare qualche aspetto nodale come richiedono gli operatori.

E’ Francesca Quadri, presidente di sezione del Consiglio di Stato e Capo di Gabinetto del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale ad evidenziare alcuni punti sui quali lavorare. «Ci sono dei problemi pratici che emergeranno e che vanno affrontati – dice collegata in videoconferenza – Le Zes consentono agli imprenditori di ottenere investimenti per acquisizione di immobili, anche se l’acquisizione è regolata da contratti di locazioni. Ebbene, gli operatori oggi chiedono di estendere l’accesso al credito di imposta anche in caso di ristrutturazione degli immobili o in caso di acquisto di attrezzature. L’altro problema che si dovrà affrontare riguarda i rapporti tra il commissario delle Zes e la Regione. Senza svilire il ruolo della Regione, occorrerà però valorizzare la figura del commissario che esprime in sé il consenso della Regione e dello Stato». L’altra priorità sulla quale bisognerà lavorare affinché le Zes non si trasformino in un’arma spuntata è quella delle infrastrutture. Sul punto tutti i relatori concordano: vi è bisogno di sviluppare opere infrastrutturali altrimenti nessuno investirà.

«Se le zone depresse nelle quali gli imprenditori devono investire non vengono preventivamente collegate con le altre zone del paese attraverso infrastrutture ferroviarie e autostradali, non vi sarà alcun investimento», dice in modo chiaro Francesca Quadri. Lo Stato è chiamato ad uno sforzo importante per non mancare questa opportunità di rilancio.

Un’opportunità che altrove hanno saputo cogliere, come racconta l’avvocato Riccardo Guarino, presidente di Rinascimento Partenopeo e rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri nella Zes Campania: «Gli Usa sono stati precursori in questo – ha spiegato – Poi sono lo sviluppo delle Zes è avvenuto nei paesi asiatici. Il 43% delle Zes a livello mondiale sono in Cina. Pensiamo a Shenzhen o a Guangzhou, città dove Fabio Cannavaro ha allenato la squadra di calcio: queste erano zone depresse e sono diventate molto avanzate, sono attrattori di grandissimi investimenti. Ci auguriamo che, grazie alle Zes, tante realtà del Mezzogiorno che sono piene di opportunità si possano mettere al passo».

Chiede, invece, di risolvere il nodo dell’aggiornamento e dello svecchiamento del personale amministrativo Alessandro Di Ruocco, presidente del Gruppo Giovani imprenditore dell’Unione Industriali di Napoli: «In uno scenario economico drammatico si aggiunge la difficoltà atavica del Mezzogiorno di spendere fondi comunitari perché la pubblica amministrazione non riesce ancora oggi ad essere all’altezza. La maggior parte del personale ha 60 anni; 8 su 10 non vanno oltre il diploma. Non ci sono persone con le giuste competenze». Tradotto: occorre formare il personale. «Le aree Zes sono una grande opportunità che deve essere colta», conclude Di Ruocco.

Concorda il commissario di governo della Zes Campania Giosy Romano che ha ricordato come le «agevolazioni fiscali sul credito di imposta sono di primaria importanza perché coprono investimenti sino a 100 milioni di euro». Centrale nel processo di sviluppo, oltre alle agevolazioni tributarie, saranno le semplificazioni amministrative. Lo evidenzia il presidente del Tar Vincenzo Salamone: «Le norme devono essere facilmente riconoscibili perché, per chi investe, è fondamentale la chiarezza dei passaggi giuridici. Ecco perché la qualità della norma ricoprirà un ruolo importante».

lunedì, 4 Aprile 2022 - 22:38
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