Morte del boss Cosimo Di Lauro, i primi risultati dell’autopsia: nessun segno di violenza autoinflitta

Il boss di Secondigliano Cosimo Di Lauro (foto Kontrolab)

Sul corpo del boss Cosimo Di Lauro, morto a 49 anni nella sua cella nel carcere di Opera a Milano dove era detenuto in regime di 41bis, non vi sono tracce di violenza autoinflitta.

E’ quanto emerso nel corso dell’autopsia disposta dalla procura della Repubblica di Milano per fugare ogni dubbio sulla morte del regista dell’orrore che innescò, alla fine del 2004, la faida che insanguinò i quartieri napoletani di Scampia e Secondigliano allungandosi sino ad alcuni comuni dell’entroterra a nord di Napoli.

Alle operazioni di riconoscimento ha preso parte il fratello Antonio che è rimasto particolarmente colpito dalle condizioni in cui ha trovato il corpo. Proprio Antonio, assistito dall’avvocato Vittorio Giaquinto, ha chiesto che all’autopsia prendesse parte anche un consulente di parte.

C’è ora attesa, da parte dei familiari, per gli esiti degli esami istologici e tossicologici disposti sui campioni di tessuto prelevati durante gli accertamenti. La Questura di Napoli ha disposto che i funerali di Cosimo Di Lauro si tengano solo in forma strettamente privata.

Cosimo Di Lauro era detenuto dal gennaio del 2005. Aveva scontato una condanna, definitiva, per associazione di stampo mafioso con l’aggravante di capo e promotore e stava facendo i conti con una serie di processi per omicidio che si stavano declinando in condanne all’ergastolo.

giovedì, 16 Giugno 2022 - 21:19
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