Refezione scolastica, falsa partenza a Napoli. Disservizi si segnalano in diversi plessi, specie nella seconda municipalità. Lunga la serie di doglianze, elencate dal Comitato Genitori Scuole Pubbliche Napoli, sulla sua pagina Facebook. «È passata esattamente una settimana dall’avvio – per modo di dire – della refezione e avremmo voluto occuparci d’altro – si legge nel post -.Abbiamo aspettato due mesi, a detta dell’Assessore Striano e della dirigente Fedele a causa dei rigorosissimi controlli fatti dal Comune di Napoli sulle ditte fornitrici. Qualcuno avrà anche pensato che, quindi, lì dove la mensa parte il primo giorno ai bambini danno larve e immondizia…e invece no! Le larve, anzi i vermi, li ha trovati un alunno del plesso Pio XII del 21° C.D. Mameli-Zuppetta. Non dimentichiamo il pesce con le spine (a bambini di 3 anni); le famose lasagne croccanti alla zucca; i pasti serviti alle 14 e 15; la mancanza di panini o di pasti per il personale educativo».
L’appalto comunale per le mense scolastiche – importo 54 milioni, durata triennale – è diviso in dieci lotti, tanti quante sono le municipalità. Ed affidato a varie ditte. Il comitato specifica che «in Seconda Municipalità una delegazione di genitori della Fava Gioia è stata ricevuta, dopo aver giustamente annunciato che non avrebbe pagato nemmeno un euro per il pasto di ieri (mercoledì, ndr)». Quindi l’affondo dei genitori contro l’amministrazione comunale: «Alla faccia dei controlli, dott.ssa Fedele! Rigorosi, vero Assessore Striano? Dopo aver lottato due mesi per avere la refezione questa cos’è, una ripicca?».
Il comitato è perentorio: «Pretendiamo l’avvio immediato delle commissioni municipali di controllo della refezione scolastica! l’efficienza, la puntualità e la qualità sono diritti, non concessioni!». E c’è un post scriptum: «Poi magari, a bocce ferme, ricordatevi di quello che sta accadendo quando qualcuno vorrà convincervi per l’ennesima volta che l’affidamento dei servizi ai privati garantisce un risultato migliore della gestione pubblica…». Insomma, sulla refezione scolastica, il clima è plumbeo. E per corroborare le accuse, il comitato dei genitori cita pure una lettera, inviata all’assessore e alla dirigente da due consiglieri comunali del Pd, Gennaro Acampora e Mariagrazia Vitelli. «A pochi giorni dall’ inizio del Servizio di Refezione Scolastica – scrivono gli esponenti dem-, sono già evidenti molteplici disagi: difformità quantitativa dei pasti previsti ed in alcuni casi la parziale fornitura di alcune pietanze, come ad esempio i panini; la mancata fornitura dei pasti ai docenti, vermi presenti nel piatto di insalata pronto ad essere consumato da un alunno frequentante il plesso Pio XII del 21° C.D. Mameli —Zuppetta».
Inoltre, «in alcune scuole napoletane il servizio di refezione è ancora un miraggio, ma da aggravare ancor di più la situazione è la mancata erogazione di diete differenziate ad alcuni alunni affetti da patologie o intolleranze alimentari e quelli di religione o cultura diversa, frequentanti scuole di varie Municipalità, e quindi impossibilitati alla partecipazione della mensa scolastica». Sulla base di ciò, i due consiglieri «chiedono chiarimenti circa i criteri fin’ora intrapresi dai fornitori, perché non sembrano rispondere ai criteri di qualità, salubrità delineati nel capitolato». Acampora e Vitelli non risparmiano bacchettate: «L’Amministrazione deve prestare maggiore attenzione ai tempi ed ai modi di attivazione del Servizio di Mensa Scolastica nelle Municipalità che ancora non riescono a garantirlo, bisogna che via sia un monitoraggio continuo dei diversi impianti di produzione al fine di verificare, la correttezza dei processi».
A puntare il dito è anche Potere al Popolo. «Nelle scuole di Napoli, le mense sono iniziate in ritardo, quasi un mese e mezzo dopo la partenza delle attività didattiche – afferma il movimento di sinistra radicale -.Non solo, da giorni i genitori lamentano un servizio scarso: pesce con spine, pasta cruda, consegne in ritardo e porzioni scarse. Più volte, nelle ultime settimane, Potere al Popolo ha segnalato i clamorosi ritardi e le carenze della refezione, sostenendo le proteste delle famiglie». Secondo PaP, «i problemi che oggi si riscontrano nelle mense scolastiche derivano da una gestione lenta della gara d’appalto, da parte del comune. Inoltre, il sistema stesso degli appalti, basato sul migliore rapporto qualità-prezzo, rischia di essere sbilanciato a favore del criterio economico». Anche qui, la richiesta è di attivazione immediata «delle commissioni mensa nelle scuole e che si discuta della possibilità di internalizzare questo servizio fondamentale».
A parte questo, sui social e sulle chat monta la rabbia delle famiglie. «Succede che poi devi pagare per la mensa scolastica – scrive una mamma -Mensa che arriva in ritardo con piatti freddi, addirittura con quantità inferiori a quelle necessarie e i bambini si trovano solo 4 maccheroni nel piatto, piangono perché ne vogliono altri ma non è possibile averne, non ce n’è. Maestre che non mangiano poiché non c’è disponibilità. Ripeto, mensa pagata. Il giorno dopo ti ritrovi nei gruppi che gira la foto che comprova quello che tuo figlio deve mangiare a scuola. Qualche anima pia interna deve aver scattato quella foto pensando : ma che schifo è questo? Va bene imparare a mangiare tutto, ma questo mi sembra eccessivo. Freddo, duro e secco, in foto dovrebbe essere una lasagna alla zucca. Ti fai 300 domande insieme: Mia figlia deve mangiare queste cose? E se si sente male? Sarà buono di qualità? Gli altri non lo vedono? I bandi di concorso vinti da persone incompetenti, nel mezzo ci sono i nostri figli».
venerdì, 11 Novembre 2022 - 12:06
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