Casamicciola, l’ex procuratore De Chiara: «Senza quelle case non ci sarebbero stati morti. Norme da rivedere su abusivismo»

di Gianmaria Roberti

«Perché non affidare in via generalizzata al Genio militare le demolizioni, a costo zero?». Aldo De Chiara, ex capo del pool Ambiente della Procura di Napoli, è stato un pm simbolo della lotta all’abusivismo edilizio. Un impegno proseguito, anche da magistrato in quiescenza, come presidente onorario di Italia Nostra-Campania. Di fronte al disastro di Casamicciola, lancia una proposta sul nodo degli abbattimenti. Una procedura afflitta dal passo del bradipo, anche per i costi elevati, considerando l’enorme cifra di immobili abusivi. «Il Genio militare è una istituzione dello Stato – spiega -. Gli uomini di questa istituzione hanno uno stipendio, e il giorno in cui vanno a demolire, evidentemente, non vanno in ufficio. E allora perché deve essere retribuito il Genio militare per fare questo tipo di attività?».

Per lei sarebbe risolutivo?
«Potrebbe essere molto utile e funzionale ad una azione di contrasto più efficace, prevedere per legge che il Genio militare intervenga, e non debba essere retribuito per questo»

Al di là del problema demolizioni, la sua esperienza quali valutazioni la porta a fare sul dramma di Casamicciola?
«Occorre in questo momento esprimere la nostra convinta amarezza per quello che è successo a Ischia, che ha fatto registrare già 7 vittime. Speriamo che gli altri dispersi siano vivi. Le istituzioni stanno procedendo ai soccorsi in modo adeguato. Detto questo non possiamo non porci l’interrogativo: l’evento verificatosi a Casamicciola è riconducibile a fatalità o anche all’incuria umana?».

Che risposta si dà?
«Certamente la risposta non può che essere affermativa circa l’incuria umana, perché si è consentito di costruire in un territorio fragile, reso ancora più vulnerabile da queste edificazioni, senza criteri, fuori da ogni programmazione urbanistica. Quando si verifica l’evento atmosferico straordinario, questi sono gli effetti. D’altronde la storia si ripete: non è il primo evento che produce morti e feriti, e danni alla collettività, sull’isola d’Ischia: le alluvioni del 2009 e del 2015, il terremoto del 2017. Si è edificato in maniera intensiva su un territorio che, invece, avrebbe dovuto essere lasciato libero. Se non ci fossero state quelle case nella zona dove si è verificato lo smottamento, evidentemente non avremmo avuto morti, feriti e dispersi».

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La Procura di Napoli ha appena aperto un fascicolo per disastro colposo. Cosa dobbiamo aspettarci dall’accertamento delle responsabilità penali?
«Non credo che siano indagini semplici, sono abbastanza complesse. Anche perché gli effetti lesivi sono da ricondurre a un coacervo di fattori, per cui al pubblico ministero è affidato un compito non semplice nella individuazione delle varie responsabilità».

Quale percorso investigativo vede?
«Probabilmente si possono ipotizzare delle responsabilità per omissioni, che sono causa di situazioni sfociate nell’evento lesivo. L’indagine è molto complessa, ripeto, bisogna tener conto di tutto questo e avere fiducia nella professionalità dell’autorità giudiziaria e della polizia giudiziaria che coadiuva l’autorità giudiziaria».

Ma gli strumenti normativi sono adeguati a fronteggiare simili situazioni?
«Se ci si riferisce all’inchiesta che è stata aperta contro ignoti per disastro colposo, gli strumenti normativi ci sono. Se invece ci si riferisce al contrasto all’abusivismo edilizio, ancora una volta io dico che la normativa in materia avrebbe bisogno di qualche integrazione».

Quale?
«Ad esempio, se si considera che gli abbattimenti sono soprattutto quelli portati a compimento dal pubblico ministero in attuazione di sentenze di condanna in cui c’è l’ordine di demolizione. L’ordine di demolizione, però, il giudice lo può deliberare solo quando arriva alla condanna definitiva. Se per ipotesi, come spesso accade, il reato ha un termine di prescrizione non molto lungo, e si prescrive, questa circostanza è di ostacolo all’ordine di demolizione. Allora, già in varie sedi, io ho detto: perché non si applica al reato edilizio ciò che già la legge vigente prevede in materia di lottizzazione abusiva?».

Nello specifico cosa cambierebbe?
«La legge al riguardo prevede che la misura amministrativa della confisca della lottizzazione può essere disposta sempre che venga accertato il reato. Quindi indipendentemente da una condanna. Per cui, anche in presenza dell’estinzione del reato di lottizzazione abusiva per prescrizione, per amnistia, se ci sono elementi da cui emerge l’esistenza del reato, il giudice dispone la confisca, anche se proscioglie l’imputato per intervenuta prescrizione. Se questa disposizione si estendesse ai reati edilizi, aumenterebbe la portata dissuasiva del sistema sanzionatorio che, oggi, secondo me non è adeguato».

lunedì, 28 Novembre 2022 - 12:28
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