Pianura, omicidio madre del salumiere tiktoker: «Dall’indagata giunte parziali ammissioni». Tutti i punti ancora oscuri

di Gianmaria Roberti

La polizia ha «un ragionevole sospetto che sia stata lei» ad uccidere Rosa Gigante, 73 anni, madre madre del salumiere-tiktoker Donato De Caprio. Stefania Russolillo è in stato di fermo, emesso dalla Procura di Napoli (sostituto procuratore Maurizio De Marco), dopo un interrogatorio in questura. Su quanto avvenuto ieri a Pianura, in periferia ovest, parla Alfredo Fabbrocini, capo della squadra mobile di Napoli. «Il fatto è accaduto intorno alle 12, ad informare la polizia – spiega il funzionario – è stato il marito dell’indagata. La polizia è intervenuta, effettuando l’accesso presso l’abitazione. Il corpo della signora è stato trovato supino, recante segni di violenza e parzialmente bruciato. Al momento non sono note le cause del decesso, perché non è stata ancora eseguita l’autopsia».

La 47enne Russolillo «ha fatto parziali ammissioni sull’accaduto», alternate ad alcuni «non ricordo» aggiunge Fabbrocini. «L’individuazione delle sue responsabilità, che sono ovviamente ancora in una fase precautelare – specifica il capo della Mobile -, è arrivata grazie all’escussione testimoniale di altre persone presenti nello stabile in quel momento, vicini di casa». Il cadavere di Rosa Gigante è stato trovato in via Vicinale Sant’Aniello. Su di esso sono state riscontrate piccole bruciature, causate probabilmente da un tentativo di dargli fuoco. «Presumibilmente con un liquido» precisa Fabbrocini. All’altezza del collo, rinvenuto anche un cavo. «Ma non sappiamo se è stato quello a cagionare la morte» dice il dirigente della Squadra Mobile.

Gli investigatori non possono neppure «fornire indicazioni su eventuali patologie» di Stefania Russolillo. «L’unica cosa che mi permetto di dire – sottolinea Fabbrocini – è che l’indagata è in cura presso un centro di igiene mentale». Movente e dinamica, comunque, sono ancora da chiarire. Ad esempio, se all’origine della vicenda possa esserci stata una lite. «L’unica cosa che siamo riusciti ad acquisire in questo senso – afferma Fabbrocini – è un rimprovero che sarebbe stato mosso dalla signora Gigante all’indagata, col quale le veniva rimproverato di sottrarle la posta e mettere le mani nella spazzatura».

Le indagini proseguono, partendo dagli elementi acquisiti sinora. A proposito dei punti oscuri, il legale della famiglia della vittima, Hilarry Sedu, chiede chiarezza su un aspetto: quante persone si presume abbiano agito. L’avvocato, infatti, ritiene che l’indagata «potrebbe non avere fatto tutta da sola». Sedu e i familiari di Rosa Gigante, in sostanza, non escludono che qualcuno sia salito in casa della vittima, con l’obiettivo di compiere un furto, pensando che la ella custodisse i frutti del successo del figlio, star dei social. A tal riguardo, il legale riporta all’Ansa alcune voci: una seconda persona avrebbe utilizzato il liquido infiammabile, usato per tentare di bruciare il corpo della 73enne. Adesso si attendono i successivi passaggi di rito, a partire dall’udienza di convalida del fermo.

mercoledì, 19 Aprile 2023 - 18:20
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