La Bce aumenta ancora i tassi, mutui e finanziamenti da paura: +60% il tasso variabile, cosa cambia


Siamo a sette. La Bce aumenta, di nuovo, il costo del denaro, rendendo ancora più difficile la vita economica. E’ il settimo ‘rincaro’, che a cascata si ripercuote sui portafogli delle famiglie. Il settore più penalizzato è quello immobiliare.

I tassi di interesse volano, il che frena le famiglie con minori possibilità finanziarie dall’accendere un mutuo per acquistare casa. Ma anche per altri settori non va meglio: tutti i tipi di finanziamento adesso costano di più e in tanti rinunceranno alla spesa se non sono in grado di pagare in contanti. Così, a cascata, ne risentiranno il settore automobilistico, dove è maggiore la richiesta di finanziamento per pagare l’auto.

Comprare un’automobile a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021. Per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.061 euro, con una differenza complessiva di 119 euro (+25,3%) rispetto ai tassi di fine 2021.

Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare, mentre per quelli a tasso variabile il rimborso mensile dovrebbe salire del 50-60%. «L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana. – dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea».

La fotografia mutui è da paura. Il ‘Dossier mutui e credito al consumo’, realizzato dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi), fa un quadro degli effetti dell’ultimo aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Bce sui prestiti alle famiglie. Quelle indebitate in Italia sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Ed è proprio sui finanziamenti delle famiglie che incide il nuovo rialzo dei tassi di un quarto di punto percentuale decretato giovedì scorso dalla Bce che ha portato il tasso base al 3,75%. Per quanto riguarda i nuovi mutui – scrive la Fabi – le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile dovrebbe salire del 50-60%. Più nel dettaglio, per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere nettamente superiore al 5%), la rata mensile sarà di 1.218 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,1%, la rata mensile sarà, invece, di 597 euro. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 65%. Secondo i calcoli della Fabi, poi, comprare un’automobile a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021.

Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine febbraio 2023, a 426 miliardi di euro, in crescita di 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,5%). Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 253 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.
Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021/inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 65%: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 825 euro ovvero 325 euro in più; è molto probabile che, alla luce della decisione di oggi, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora.

I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate. I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 6% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

sabato, 6 Maggio 2023 - 11:42
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