Cellulare a un detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, indagata garante dei detenuti di Caserta


La ferita per l’arresto dell’allora garante dei detenuti di Napoli non si è ancora rimarginata che un nuovo scandalo si abbatte sul mondo delle persone ristrette e delle figure preposte a garantire l’attuazione dei loro interessi.

Il garante dei detenuti di Caserta, la giornalista 40enne Emanuela Belcuore, è indagata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere perché sospettata di aver consentito a un detenuto del carcere sammaritano di entrare in possesso di un telefono cellulare intestato a un’altra persona. Non solo: Belcuore, secondo i sospetti della procura, si sarebbe anche adoperata per fare avere al detenuto una relazione di servizio positiva, ricevendo in cambio un paio di scarpe dalla sorella del recluso, titolare di una boutique. Infine, la professionista avrebbe avvisato il detenuto di un’imminente perquisizione al fine di sbarazzarsi del cellulare che la garante gli aveva procurato.

Alla Belcuore sono stati stati sequestrati i dispositivi elettronici per riscontrare le accuse.

Le contestazioni mosse dagli inquirenti a Emanuela Belcuore sono basate anche su annotazioni di servizio della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Belcuore è stata nominata garante nel giugno del 2020.

La storia ricorda quanto accaduto a ottobre 2022 a Napoli: Pietro Ioia, garante dei detenuti di Napoli nominato dall’allora sindaco Luigi de Magistris e confermato dal sindaco Gaetano Manfredi, è stato arrestato per avere introdotto nel carcere di Poggioreale droga e cellulari in favore di alcuni detenuti. Lo scorso maggio, per queste accuse, Ioia è stato condannato a 7 anni e 8 mesi all’esito del processo che si è definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena.

mercoledì, 5 Luglio 2023 - 13:40
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