Non solo due quadri di Van Gogh rubati nel 2002 ad Amsterdam. Raffaele Imperiale, il narcos internazionale che ha fatto la fortuna del clan Amato-Pagano, era proprietario persino di un’isoletta. La circostanza è emersa stamattina nel corso della requisitoria del pm antimafia Maurizio De Marco al processo con rito abbreviato proprio a carico del 47enne e un’altra ventina di imputati per reati, contestati a vario titolo, di traffico di droga e associazione mafiosa. L’isola si chiama Taiwan e appartiene a un arcipelago realizzato artificialmente davanti a Dubai. Imperiale ha deciso di consegnarla al Governo. Il narcos, che è nato ed è vissuto a Castellammare di Stabia prima di fare fortuna (criminale) tra Amsterdam e Dubai, è passato a collaborare con la giustizia nell’ottobre del 2022. Nell’ambito di questa sua collaborazione, il narcos ha scritto una lettera in inglese tradotta in aula dal pm Maurizio De Marco.
Nel “tesoro” che Imperiale ha deciso di consegnare alle autorità italiane, ci sono anche due milioni di euro in Bitcoin. Imperiale, negli scorsi anni, ha consegnato all’Italia “La spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta”, dipinto nel 1882, e “Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen”, realizzato tra il 1884 ed il 1885. Entrambi i quadri di Van Gogh furono rubati nel 2002 in un museo di Amsterdam; Imperiale li acquistò per 350mila euro complessivi e poi li nascose nella proprietà dei genitori a Castellammare di Stabia. Una sorta di assicurazione, per lui. Imperiale li ‘usò’ quando ormai i riflettori della procura di Napoli si accesero su di lui. Mentre era latitante a Dubai perché ricercato per effetto di una inchiesta della Dda partenopea, Imperiale fece consegnare i quadri, cosa che influì sul primo processo che lo vedeva imputato. All’epoca non era ancora collaboratore di giustizia.
Oggi la storia si ripete. E oggi il pm De Marco ha avanzato una nuova richiesta di condanna per il narcos, sottolineando che Imperiale si è pentito «per ottenere i benefici previsti dalla legge» anche perché «si trova per la prima volta in carcere». «La profondità delle sue dichiarazioni – ha detto ancora il pm – è in corso di esplorazione mentre non lo è invece la genuinità delle propalazioni rese, sulle quali non ci sono dubbi alcuni». Nello specifico il magistrato inquirenti ha chiesto 14 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per Imperiale. Una pena severa se si considera che il processo è con rito abbreviato e l’uomo è collaboratore di giustizia. Proseguendo, il pm ha chiesto per Mario Allegretti 12 anni e 10 mesi di reclusione; Luca Alvino, 10 anni, 5 mesi e 10 giorni; Luca Cammarota 14 anni; Bruno Carbone, 14 anni, un mese e 10 giorni; Gianmarco Cerrone 3 anni e 4 mesi (e 8mila euro di multa); Antonio Cerullo, 8 anni e 4 mesi; Antonio De Dominicis 4 anni e 8 mesi (20mila euro di multa); Ciro Gallo, 9 anni e 4 mesi; Corrado Genovese, 6 anni e 8 mesi; Giovanni Gentile, 4 anni e 8 mesi (20mila euro di multa); Giuseppe Gentile, 5 anni e 4 mesi (28mila euro di multa); Marco Liguori 12 anni e 8 mesi; Girolamo Luca, 12 anni e 4 mesi; Raffaele Mauriello 4 anni e 4 mesi; Fortunato Murolo, 12 anni, 10 mesi e 20 giorni; Marco Panetta, 13 anni e 8 mesi; Antonio Puzella 13 anni, un mese e 20 giorni; Mario Simeoli, 19 anni; Daniele Ursini, 12 anni e 4 mesi. Infine è stata chiesta una multa di 8mila euro per Cerrone; 20mila euro per De Dominicis; 20mila euro per Giovanni Gentile e 28mila euro per Giuseppe Gentile.
Complessivamente sono stati proposti 209 anni di reclusione. Durante l’udienza è stata anche sollevata dal collegio difensivo, un’eccezione riguardante l’utilizzabilità delle chat Encrochat e Sky ecc decodificate dalle autorità francesi e facenti parte del compendio accusatorio della Dda di Napoli. Il gip ha rigettato la richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati che ritenevano invece opportuno attendere il pronunciamento delle sezioni unite della Suprema Corte di Cassazione circa l’utilizzabilità di quelle conversazioni.
lunedì, 27 Novembre 2023 - 19:14
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