Napoli, aggredito per la spilla antifascista: 3 ai domiciliari, c’è un dipendente del ministero dei Beni culturali

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di maga

Lo aggredirono per strappargli via la spilla antifascista che teneva appuntata sul giubbino. Lo immobilizzarono, poi lo colpirono con calci e pugni anche in pieno viso. Quattro persone appartenenti al movimento neo fascista CasaPaound sono state colpite da misura cautelare a seguito di una indagine condotta dalla polizia e coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli sull’aggressione ai danni di un 44enne avvenuta nel quartiere Vomero la sera del 12 ottobre.

Tre indagati sono stati posti ai domiciliari: Vittorio Acuto, 34 anni, residente a Portici; Paolo Primerano, 39 anni di Roma, ex guardia giurata, dipendente del ministero dei Beni culturali; Taras Buha, 28 anni e residente a Napoli, ritenuto legato a fazioni neofasciste ucraine e collaboratore del console ucraino a Napoli. Divieto di dimora nella provincia di Napoli invece per il fratello gemello di Vittorio Acuto, Roberto Acuto, 34 anni e anche lui residente a Portici, segretario cittadino di CasaPound, entrambi, sempre secondo gli inquirenti, legati a gruppi ultras della Curva A della tifoseria del Napoli. I tre indagati ai domiciliari devono rispondere di rapina e pestaggio, Roberto Acuto, invece, risponde solo di ricettazione.

Nei confronti di tutti è stata esclusa l’aggravante della finalità discriminatoria. A tal proposito spiega il gip: se da un lato per il gip non vi è dubbio che «il fatto posto in essere è espressione di una avversione ideologico-politica», dall’altro lato va considerato che la vittima era stata presa di mira non «per la sua militanza a gruppi o a collettivi contrapposti ma solo per il fatto di indossare ad ideologiche antifasciste». Come dire: «Il fatto va letto come mero pestaggio isolato dall’azione del movimento». Argomenta il gip: «Il pestaggio non era strumentale, sotto il profilo finalistico, ad operazioni discriminatorie, benché caratterizzato da avversione violenta ispirata a ragioni politiche ed ideologiche, benché caratterizzato da avversione violenta ispirata a ragioni politiche ed ideologiche. Allo stesso tempo non può dirsi dimostrato, almeno allo stato, alcuna forma di agevolazione a movimenti o a collettivi, comunque organizzati, che perseguono le finalità prese in considerazione dalla norma, non potendo ciò dipendente dalla mera adesione degli indagati al gruppo Casapound, in assenza di elementi in tale direzione forniti dalla pubblica accusa».

I quattro indagati sono indicati dalla Digos come elementi della sezione “Berta” del movimento politico di estrema destra, che a Napoli ha sede in via Foria. E proprio questo ‘trascorso’ ha inciso nelle valutazioni della misura cautelare. Per il gip l’episodio non va considerato «un episodio isolato» ma «sembra inserirsi in un proposito sistematico di avversione aggressione nei confronti dei sostenitori di ideologie politiche avversarie». «Le ragioni che animavano i giovani ad effettuare il pestaggio nei confronti della persona offesa perché indossava uno stemma espressivo di un collettivo politico-ideologico contrapposto al proprio sono sintomatiche – scrive il gip – di personalità allarmanti e tali da far ritenere reale il pericolo che gli indagati possano compiere altre azioni violente della stessa tipologia nei riguardi della medesima vittima di altri malcapitati».

Primerano e i fratelli Acuto sono attualmente anche sotto i riflettori della procura di Roma. Hanno preso parte, infatti, alla manifestazione dello scorso 7 gennaio a Roma, ad Acca Larentia, dove molte persone si sono esibite con il saluto romano. I fratelli Acuto, inoltre, si sarebbero recati lo scorso novembre alle celebrazioni del movimento greco di estrema destra Alba Dorata, sciolto dopo che nel 2020 è stato riconosciuto dalla corte d’appello di Atene come un’organizzazione a delinquere. I gemelli, in quella occasione, vennero bloccati e rispediti in Italia dalle forze dell’ordine elleniche.

Agli atti delle indagini ci sono anche le dichiarazioni della vittima, il fotografo Roberto Tarallo, che ha descritto le fasi dell’aggressione. «Pezzo di m… togli questo giubbino, cos’è questo stemma», è stata la frase gridata dagli aggressori prima del pestaggio. Un pestaggio avvenuto con la complicità della notte. Erano circa le 23. Roberto stava tornando a casa a piedi. Per via di quella aggressione il fotografo rimediò lesioni giudicate guaribili in venti giorni. Diciassette giorni più tardi numerose persone si riunirono, per una manifestazione pacifica, dinanzi alla scuola Vanvitelli per puntare l’indice contro i fascisti e rivendicare solidarietà a Roberto.

Oltre alle misure cautelari personali, la Digos di Napoli ha eseguito anche una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, oltre che nella sede di Casapound. A casa di Primerano, nato e residente a Roma, la Digos ha trovato e sequestrato, tra l’altro, una cartucciera di un mitragliatore da guerra contenente 55 bossoli. Altro materiale è stato sequestro anche durante le altre perquisizioni ma, al momento, nessuna traccia del giubbotto sfilato a suon di calci e pugni al fotografo, che era con un amico, tenuto fermo con la minaccia di un coltello.

«Credo che qualsiasi Paese trovi la forza per contrastare gli estremismi. In Italia abbiamo vissuto la stagione del terrorismo che fu rosso e nero e le forze democratiche del Paese si sono unite senza nessuna differenza per la difesa della democrazia», ha commentato il sindaco Manfredi. «Mi auguro – ha proseguito Manfredi – che questo modo di essere continui. Al di là dell’orientamento politico del Governo in carica ci vuole una ferma posizione contro ogni estremismo». Il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha auspicato lo scioglimento di CasaPound: «Il fascismo non è solo un capitolo oscuro della nostra storia, ma una minaccia attuale alla nostra democrazia. È inammissibile che partiti al governo, come Fratelli d’Italia, non prendano una posizione chiara e decisa in questa battaglia per i valori democratici. Non possiamo tollerare queste ideologie pericolose che non possono stare tra le strade delle nostre città con chi caccia migranti dalle spiagge e picchia chi partecipa a manifestazioni antifasciste o porta simboli antifascisti: Casapound va sciolta».

giovedì, 18 Gennaio 2024 - 22:07
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