Stadio Collana, la Soprintendenza diffida la Regione: «I lavori vanno autorizzati»

di Giorgio Pari

La Soprintendenza diffida la Regione a eseguire lavori allo stadio Collana, inaugurato nel 1929, impianto storico soggetto ad autorizzazione. I lavori di restyling da 40 milioni sono iniziati lo scorso dicembre. E una tribuna è già stata abbattuta, in vista della ricostruzione. A firmare l’atto, inviato a Santa Lucia, sono stati il Responsabile dell’Ufficio Vincoli e il funzionario architetto di zona. L’impulso all’iniziativa è arrivato in due fasi. Prima una segnalazione di Italia Nostra, trasmessa lo stesso giorno di avvio del cantiere. L’associazione ambientalista evidenziava opere in corso di demolizione delle strutture delle gradinate. Il giorno dopo si muoveva la consigliera regionale Maria Muscarà, sottolineando l’inizio dei lavori, in una struttura quasi centenaria. Nella diffida, la Soprintendenza elenca le ragioni per cui ritiene lo stadio vincolato.

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«Considerato – spiega l’ufficio – che il campo sportivo vomerese inaugurato il 27 ottobre 1929 dal Ministro Giuliano Balbino su progetto di dell’ing. Amedeo d’Albora con il nome di Campo Sportivo del Littorio, è uno dei primi stadi napoletani di epoca fascista, denominato successivamente Stadio del Vomero e Stadio XXVIII Ottobre».

Il Collana, però, non è solo un antico impianto sportivo. Nel 1943 fu anche teatro dell’insurrezione delle “Quattro Giornate” di Napoli. Inoltre «pesanti interventi» ci furono anche negli anni ’60, per riadattarlo ad ospitare, nel 1963, i Giochi del Mediterraneo. Ed in quanto «complesso architettonico storico di proprietà pubblica», è tutelato ope legis ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. “L’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali – avverte la Soprintendenza – è subordinata ad autorizzazione del Soprintendente». Così la Regione non solo è diffidata dall’eseguire «lavori preventivamente non autorizzati». Ma anche a fornire «chiarimenti su quanto eseguito». L’articolazione territoriale del Mic, infine, rammenta pure «la necessità di sottoporre a Verifica dell’Interesse Culturale il complesso architettonico dello Stadio Collana, avente più di settanta anni». A prevederlo è sempre il Codice dei beni culturali, all’articolo 12. Nessuna reazione dalla Regione, finora. Fonti dell’Arus fanno sapere di essere «tranquilli» e che «riscontreranno rapidamente alla nota della Soprintendenza. L’Agenzia Regionale Universiadi per lo Sport è affidataria dell’impianto di proprietà regionale.

lunedì, 22 Gennaio 2024 - 21:26
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