Estorsione e usura, il bonus c’è. Ma le denunce scarseggiano

di Manuela Galletta

I dati sono ancora scoraggianti. E testimoniano come la paura rappresenti a tutt’oggi uno stretto bavaglio contro i soprusi della criminalità organizzata. Appena 34 persone, a partire dall’inizio dell’anno, hanno fatto richiesta di accedere ai fondi elargiti dallo Stato in favore delle vittime di racket e usura. Appena 34, di cui 28 accolte, quelle cioè che hanno potuto documentare di aver denunciato i propri aguzzini. Chi subisce la pressione del pizzo e non si rivolge alle forze dell’ordine è automaticamente tagliato fuori da ogni tipo di sostegno economico. Ed è proprio il netto solco dei requisiti tracciato dallo Stato per aiutare le vittime del pizzo e degli strozzini che consente di toccare con mano quanta strada ancora c’è da fare in una realtà, come Napoli e provincia, dove il racket delle estorsioni rappresenta una delle prime voci attive in bilancio della camorra e dove, parallelamente, commercianti e imprenditori preferiscono subire le richieste economiche dei malavitosi, talvolta decidono di chiudere le proprie attività a fronte dell’impossibilità di pagare la tassa della tranquillità ma, assai di rado, scelgono di rivolgersi alle forze dell’ordine e alla magistratura. Trentaquattro istanze per accedere al fondo anti-estorsione, dicevamo. Di queste ne sono state accolte in 28 (alle altre hanno fatto difetto i requisiti), per una somma di 730.169 euro. Quindici, invece, quelle presentate da vittime di usura: in 10 hanno ottenuto il disco verde per una somma complessiva di 1.871.603 euro. Dati lievemente più rosei di quelli del 2015: allora furono presentate 17 istanze, di cui 15 accolte per estorsione; sul fronte usura, vennero presentate 45 istanze, di cui 15 accolti. La strada da fare affinché riviva il ‘modello Ercolano’ – la primavera di commercianti e imprenditori che in massa denunciarono gli esattori dei Birra e degli Ascione, confermando successivamente in Tribunale i proprio racconti – è ancora lunga. L’altro giorno in Prefettura sono state esaminate complessivamente 44 posizioni e sono state deliberate 11 elargizioni per danni da derivanti da attività estorsive e 9 concessioni di mutui in favore di soggetti vittime di usura. E’ ancora troppo poco. Ne è consapevole lo stesso prefetto Domenico Cuttaia, a capo del commissariato di Governo per il coordinamento antiracket e antiusura: «Non si riescono a spendere i soldi a disposizione», dice amareggiato. Eppure i fondi ci sono, e coprono diverse fattispecie di danni arrecati dall’usura e dal racket: ci sono elargizioni per le lesioni e i danneggiamenti, ma anche per i mancati introiti (in tal caso la somma erogata verrà calcolata sulla scorta della dichiarazione dei redditi). Non solo: rispetto al passato – il dato è tutt’altro che secondario – i soldi arriveranno ancora prima della fine del processo. Il bonus dunque c’è. Sono le denunce a scarseggiare. Per via della paura. Per via del timore di non essere protetti una volta denunciati. Cuttaia, del resto ne è consapevole, «Dobbiamo far percepire al cittadino che le istituzioni ci sono». A Ercolano è andata esattamente così. Ma quel ‘modello’ non ha (ancora) trovato uguali in altre realtà.

venerdì, 27 Ottobre 2017 - 13:39
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