Documenti contraffatti per migranti, carabinieri scoprono centrale a Napoli: cambiare identità costa 500 euro

Il materiale sequestrato dai carabinieri del "Noam"
di Giancarlo Maria Palombi

L’aumento di immigrati irregolari su un territorio può trasformarsi davvero in una risorsa. A intuire per prima l’affare è stata la camorra. I clan partenopei che hanno registrato un incremento di affari dopo l’ondata di ingressi di extracomunitari nel nostro paese, una sorta di boom economico legato ad una delle principali attività della malavita napoletana: la contraffazione. Attenzione, però, in questo caso non si tratta di borse Louis Vuitton taroccate o portafogli Gucci esposti su bancarelle di fortuna. Gli immigrati sono clienti, non venditori. Accade così che a Napoli sia possibile per uno straniero diventare regolare con un investimento  di poche migliaia di euro. Ne sanno qualcosa i carabinieri che hanno scoperto una centrale del falso. I militari del comando carabinieri antifalsificazione monetaria hanno focalizzato l’interesse operativo nei confronti di originatori di flussi di smercio operanti nell’area napoletana. I controlli hanno portato a Napoli, al Corso Malta, dove era stato allestito un laboratorio di documenti falsi da Enrico Vallo, 52 anni, napoletano, già censito dalle forze dell’ordine per specifici precedenti correlati alla produzione e al traffico di documenti identificativi e valuta falsa. Ieri, alle 16, i carabinieri sono intervenuti proprio mentre Vallo stava per effettuare l’ennesima consegna di una carta di identità falsa in policarbonato (di ultima generazione), appena prodotta in favore di uno straniero clandestino di origine africana. L’immediata irruzione nel laboratorio di produzione consentiva il sequestro di 73 supporti cartacei per la produzione di carte d’identità false; 2 patenti in policarbonato false, di nazionalità italiana e dello Sri Lanka, rispettivamente realizzate per un cittadino italiano e straniero; 142 marche amministrative false dei comuni di Napoli e Roma, funzionali alla falsificazione delle carte di identità cartacee; un certificato di abilitazione per la conduzione di veicoli speciali; due computer, uno dei quali utilizzato per la produzione e stampa del documento identificativo falso destinato alla successiva consegna; 2 stampanti; 1 termoplastificatrice per stampa su supporto in policarbonato. Vallo ora si trova nel carcere di Poggioreale. L’allestimento del laboratorio clandestino, organizzato con i dispositivi tecnici sequestrati, consentiva di poter vendere  documenti falsi di ottima qualità a prezzi ritenuti particolarmente accessibili (circa 500 euro per un documento falso, prezzo variabile in funzione della complessità del documento da riprodurre e della identità del destinatario).

venerdì, 9 Febbraio 2018 - 17:34
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