Forcella, omicidio di Emanuele Sibillo: chieste quattro condanne all’ergastolo Imputati i Buonerba di via Oronzio Costa

Tribunale di Napoli
Il Tribunale di Napoli

L’omicidio di Emanuele Sibillo, il baby boss di Forcella ucciso sotto gli occhi del fratello Pasquale mentre stava firmando un’azione intimidatoria nel regno dei rivali Buonerba, arriva al giro di boa processuale: mercoledì mattina il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia ha avanzato le richieste di condanna per i cinque malavitosi che rispondono dell’agguato e per un sesto imputato che risponde solo di tentato omicidio.

Le richieste di pena
L’ergastolo è stato sollecitato per il ras Gennaro Buonerba, per Antonio Amoroso, per Luigi Criscuolo e per Andrea Manna. Quattordici anni sono stati infine proposti per Maurizio Overa, considerato uno dei mandanti del delitto: nei confronti dell’uomo è stata invocata una pena più bassa in ragione del suo status di collaboratore di giustizia, che ha spinto la procura a chiedere la concessione delle attenuanti previste dalla legge per i pentiti. Infine sono stati chiesti 12 anni per Vincenzo Rubino che risponde solo di tentato omicidio. I reati sono tutti aggravati dalla matrice camorristica, perché – dice la procura – gli imputati hanno agito in qualità di appartenenti al clan Buonerba, il gruppo di giovanissimi che ha fatto la guerra ai Sibillo e che aveva la sua roccaforte in via Oronzio Costa, la strada che gli stessi Buonerba – ignari di essere intercettati – hanno ribattezzato il “vicolo della morte”. Ed è proprio lì, in quella lingua d’asfalto non più lunga di un centinaio di metri, che nella notte tra il 29 ed il 30 giugno del 2015 è stato ucciso Emanuele Sibillo. Il baby boss, insieme al fratello Pasquale (attualmente in carcere) e ad altre due persone, si recò in sella ad uno scooter in via Oronzio Costa per compiere una ‘stesa’, un atto di forza per dimostrare ai Buonerba di poterli aggredire in qualsiasi momento. I Buonerba, però, alla vista dei Sibillo aprirono immediatamente il fuoco, uccidendo Emanuele, che aveva appena 19 anni.

La svolta grazie
a un pentito
La ricostruzione delle fasi dell’agguato è stata possibile grazie alle dichiarazioni di Maurizio Overa, che ha indicato in Antonio Amoroso la persona che quella notte premette il grilletto. Overa, che all’epoca dei fatti era il referente sul territorio del clan Mariano (storica famiglia criminale dei Quartieri Spagnoli), ha specificato che fu lui a consigliare ai Buonerba di colpire Sibillo durante una delle sue ‘invasioni’, aggiungendo di essersi avvicinato ai Buonerba perché Mariano – dal carcere – gli aveva dato mandato di appoggiare i ‘capelloni’ in quanto loro nuovi ‘amici’. Overa è poi entrato nel merito dell’omicidio, aggiungendo di aver appreso dai diretti interessati cosa accadde quella notte: l’incontro rivelatore si tenne il giorno seguente all’agguato. «Raggiunsi Andrea Manna alla Riviera di Chiaia, dove lo trovai insieme a Luigi Criscuolo, Gennaro Buonerba e questo ragazzo di nome Antonio – ha spiegato a suo tempo il collaboratore di giustizia – . Ricordo bene che era il tre luglio e che Andrea Manna mi raccontò che erano stati loro a commettere l’omicidio di Emanuele Sibillo e mi chiese appoggio. Io gli diedi le chiavi di casa mia e li ospitai per tre giorni. Diedi disposizioni al proprietario di un bar di offrire ai quattro ragazzi tutto ciò che volevano a mie spese. Mi chiesero di fittargli un gommone da un ormeggiatore che conoscevo, all’altezza di Santa Lucia, di fronte al vecchio Club 21. Pagai il fitto del gommone, Gennaro Buonerba lasciò i suoi documenti al titolare dell’ormeggio per garanzia. I quattro mi chiesero anche di fornirgli anche una bottiglia di Champagne e quattro bicchieri di cristallo che servivano per brindare sul gommone». Sulla scorta delle dichiarazioni, e su quelle di altri pentiti, il pubblico ministero ha calato sul tavolo le richieste di condanna. Si torna in aula l’8 marzo per la sentenza che sarà affidata al giudice per le indagini preliminari Piccirillo del Tribunale di Napoli. Il processo si sta definendo con il rito abbreviato.

venerdì, 23 Febbraio 2018 - 20:19
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