Napoletani spariti in Messico, nuovo giallo Latitante Muñiz, capo della polizia locale Sullo sfondo un giro di fatture false

I tre napoletani scomparsi in Messico
di Giancarlo Maria Palombi

Settanta due ore. È questo il tempo della «sparizione». Questa volta non riguarda un italiano, bensì un alto ufficiale della polizia locale messicana. Da martedì scorso non si hanno più notizia di Hugo Enrique Martínez Muñiz, direttore generale della polizia di Tecatitlán, che aveva nei giorni scorsi assicurato il segretario Generale di Governo, Roberto López Lara, sull’impegno a trovare i tre napoletani scomparsi a gennaio. Il funzionario si è reso latitante poco prima che la polizia federale dello stato di Jalisco desse il via all’operazione speciale di investigazioni sulla sparizione degli italiani. Hugo Enrique Martínez Muñiz era già stato cercato presso il suo domicilio; le autorità messicane avevano avanzato sospetti in merito ad un suo possibile coinvolgimento in affari illeciti con la criminalità locale.  Pochi, ad oggi, gli elementi a disposizione degli inquirenti. Raffaele Russo era giunto in Messico nel settembre del 2017 e, come raccontato da suo figlio alle autorità messicane, si era dedicato al commercio di profumi e capi d’abbigliamento. Prima di arrivare a Jalisco, l’uomo aveva soggiornato a Cancun, Quintana Roo, per poi raggiungere Città Guzmán, e infine Jalisco. A Campeche l’uomo aveva avuto qualche problema con le autorità locali, come risulta da un fascicolo relativo a presunti delitti di frode. A Città del Carmen, infatti, l’uomo venne fermato con l’accusa di aver cercato di mettere in circolo fatture non corrispondenti al vero nell’ambito di una vendita di un macchinario con logo “Carterpillar” contraffatto. Ed è questa la principale pista seguita dagli inquirenti. È possibile che i tre napoletani siano finiti nel mirino della criminalità locale; attirati in trappola con la complicità di membri della polizia collusi con le bande messicane. Da qui il sospetto che il posto di blocco, l’ultimo elemento a cui fanno riferimento i familiari, possa essere stato un piano ordito da chi voleva rapire i tre napoletani originari delle Case Nuove. Un caso che ad oggi tiene col fiato sospeso l’intera comunità partenopea in attesa di notizie dal paese centroamericano.

venerdì, 23 Febbraio 2018 - 19:22
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