Flop Pd, i super sindaci si autoassolvono 
Buonajuto prova a difendere il ‘suo’ Renzi Ascione scarica la colpa sul nazionale

di Dario Striano

«Un risultato deludente che deve far riflettere». I “super” sindaci Pd in provincia di Napoli hanno commentato tutti con la stessa frase la recente disfatta del loro partito alle Politiche che, nei territori considerati roccaforte democratiche in Campania e in provincia di Napoli, non è riuscito a superare neppure la soglia del 15%. Una percentuale molto bassa, nettamente inferiore rispetto a quella già deludente del Partito democratico nazionale, fermo al 19%.

Il baby Renzi: «Bisogna ripartire dalle buone esperienze di governo locale»
Il dato più deludente di tutti i comuni del Napoletano di queste Politiche è forse quello del Pd di Ercolano, il cui sindaco Ciro Buonajuto, denominato il baby Renzi per il forte legame politico che lo lega all’ex premier fiorentino, non è riuscito ad evitare la sonora sconfitta e a ricambiare il favore che il segretario del Pd nazionale gli fece commissariando la sezione del partito nel 2015. Un commissariamento che, diretto da Teresa Armato – la candidata dem all’uninominale alla Camera del collegio Torre del Greco, di cui Ercolano fa parte – decise di fatto la candidatura di Buonajuto alle amministrative e permise dunque la sua elezione a primo cittadino del comune degli Scavi. «Nonostante i risultati positivi raggiunti in questi anni, ha prevalso una politica legata alla paura con un eco ancora maggiore al Sud dove è più sentito il disagio. – questo l’unico commento che ha voluto rilasciare il mediatico Buonajuto – È evidente che tutto il Pd ora deve fermarsi a riflettere sugli errori che hanno condotto a questo risultato ben al di sotto di ogni aspettativa. Ora si dia il via ad una campagna di  ascolto della cittadinanza per comprendere le reali richieste dei territori. Continuo a pensare che il Pd abbia la forza per rimettersi in sesto perché è l’unico partito ancora in grado di avere circoli aperti e militanti fisicamente presenti in tutte le città: insieme alle buone esperienza di governo a livello locale, è questo il punto da cui ripartire».

Zinno: «Il Pd non è stato compreso dalla gente»
Un discorso, tutto sommato che ricorda quello del Renzi nazionale all’indomani della sonora sconfitta del 4 marzo. Detto semplicemente: il governo targato Pd ha fatto tante cose buone, così pure le amministrazioni locali, ma i cittadini non lo hanno premiato. Un ragionamento ripreso e addirittura rilanciato anche dal sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, il protetto del ‘signore delle tessere’ in Campania, il consigliere regionale Mario Casillo. «Ora è il momento dell’analisi e subito dopo dell’azione – ha dichiarato il sindaco dem Zinno – Vi sono processi profondi che hanno portato a questo dato. L’azione di governo e i suoi stessi risultati non sono stati compresi dalla gran parte delle persone. Oggi parliamo di un centrosinistra che ha raggiunto il 25%,  nonostante i governi renziani abbiano varato leggi importanti, che però non sono state percepite come tali». Celebrato da tutti i media locali per aver deciso le candidature uninominali di Libera D’Angelo al Senato e di Francesco Emilio Borrelli alla Camera nel collegio Portici, riuscendo ad avere la meglio nel derby con il sindaco ed ex senatore Enzo Cuomo, Giorgio Zinno ed il Pd di San Giorgio sono usciti ridimensionati dalla tornata elettorale. «A livello locale ringrazio i candidati nel nostro collegio per il loro impegno e  chi ci ha messo il cuore e il coraggio. Ora da amministratore  – ha continuato  – spero che non ci siano lunghe situazioni di stallo per il Paese. Toccherà a chi ha vinto dimostrare coerenza con le proprie dichiarazioni di voto e promesse».

Ascione: «La colpa è del Pd nazionale»
Diversa invece la lettura del sindaco Vincenzo Ascione di Torre Annunziata. Il Comune della fascia costiera napoletana che ha visto raggiungere il dato più alto del Pd di queste politiche (15,7%). Il che la dice lunga sull’esito delle elezioni per il Partito democratico a Napoli e provincia. Per il primo cittadino della città oplontina le colpe del flop elettorale sarebbero invece da ricondurre alla contestata politica del partito nazionale. «I cittadini si sono sentiti traditi dalle aspettative disattese dal Pd nazionale – ha detto Ascione – e hanno deciso di premiare chi non è mai stato al governo della nazione». La formula giusta secondo il numero 1 dei democratici oplontini per ripartire sarebbe quello di formare una nuova classe dirigente, puntando sulla concretezza dei vari circoli territoriali. «Chiaro che anche il Pd locale non sia esente da colpe – ha continuato – ma basta guardare la regione Lazio dove il Movimento ha fatto il pieno di voti alle Politiche ma non è riuscito ad andare al governo regionale per capire che comunque sul locale si preferisce fare ancora affidamento su hi lavora concretamente sui territori e offre più garanzie e sicurezze ai cittadini».

giovedì, 8 Marzo 2018 - 14:54
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