Aveva approfittato del caos generale per fuggire da un posto di blocco, senza preoccuparsi di abbandonare la sua ragazza in procinto di essere perquisita dalle forze dell’ordine e con indosso la droga. La circostanza è stata ricostruita nell’aula Nitrato Izzo del tribunale di Torre Annunziata (presidente Francesco Todisco), nel processo che vede imputato D.F., giovane di Boscoreale, dal carabiniere della locale compagnia presente a quel posto di blocco. Dinanzi ai giudici del palazzo di giustizia oplontino il militare ha ricostruito gli attimi del controllo, avvenuto a fine 2016. «Durante un posto di blocco a Boscoreale – ha detto il testimone di polizia giudiziaria – abbiamo provveduto a fermare D.F. che era a bordo della sua auto con una ragazza minorenne che asseriva essere la sua fidanzata. Dopo aver accertato che era in regola con tutti i documenti, provvedemmo a perquisire iil giovane. Risultò sprovvisto di qualsiasi tipo di sostanza stupefacente». Controllo superato con esito positivo, dunque. Sia per il giovane, sia per la sua macchina. Non restava che attendere anche quello della sua fidanzata. «Ricordo che sul posto sopraggiunsero anche i familiari della minorenne – ha continuato il carabiniere – Noi attendevamo che arrivasse il carabiniere donna per poterla perquisire». A quel punto ci sarebbe stata la fuga da parte dell’imputato, per niente preoccupato che la sua fidanzata, in possesso di sostanza stupefacente, fosse in attesa di essere perquisita dai militari. «L’uomo ha approfittato del caos venutosi a creare con la venuta dei familiari della ragazza per mettersi in macchina e darsi alla fuga. – ha concluso il testimone – Ha acceso l’auto e nel giro di pochi istanti è sfrecciato via per poi rendersi irreperibile per tutta la notte. La giovane è stata trovata in possesso della sostanza stupefacente che teneva nascosta nel cappotto».
lunedì, 12 Marzo 2018 - 18:03
© RIPRODUZIONE RISERVATA
