Valente attacca la gestione De Magistris Sul dissesto dice: «Ha tartassato chi paga ignorando chi evade» | L’Intervista

Valeria Valente
Valeria Valente
di Manuela Galletta

C’è la tassa sui rifiuti, «la più alta di Italia», eppure «la città è spesse volte sporca», la spazzatura è «raccolta male, differenziata peggio e smaltita in modo costosissimo», dice Valeria Valente, consigliere comunale d’opposizione a Napoli e senatrice del Partito democreratico. Ci sono le aziende partecipate del Comune, ridotte alla canna per assenza di liquidità e rese di fatto delle armi spuntate: «Anm sta fallendo, le Terme di Agnano sono il fantasma di se stesse, Asia non riesce a fare nulla, neppure a garantire la pulizia dei cassonetti», sottolinea l’onorevole. E poi c’è lui, il sindaco rivoluzionario che, parole sue, voleva ‘scassare’ il vecchio sistema politico e si ritrova oggi con una città scassata, letteralmente e metaforicamente. E con una fetta di popolazione, guidata da una rete di circa 40 tra associazioni e reti civiche, pronta a scendere in piazza spalleggiata da Pd (che pure resta diviso sulla guerra a DeMa), Lega e Forza Italia. Sul tappeto lo scenario rovinoso del crac, che, se dichiarato, manderà a casa De Magistris (per giunta costringendolo in panchina, politicamente parlando, per dieci anni) e farà piombare la città di Napoli nel totale immobilismo economico.

Onorevole Valente, se la dichiarazione di dissesto diventasse realtà, quali saranno le conseguenze materiali sui cittadini di Napoli?
«Io credo che per i singoli cittadini non ci sarebbero grandi conseguenze. Per i creditori del Comune, invece, ci sarebbero problemi maggiori»

Ma il dissesto significa non poter spostare un euro, significa per i dipendenti il rischio di vedersi congelati gli stipendi, significa totale immobilismo. Come si concilia questo scenario con la sua idea?
«Il punto è questo: grazie all’amministrazione De Magistris, Napoli versa già in uno stato di totale immobilismo. Il trasporto pubblico già adesso non funziona più. Asia non riesce nemmeno a garantire la pulizia dei cassonetti e non riesce più a coprire in modo adeguato la raccolta della spazzature in tutte le zone. Il funzionamento delle mense scolastiche è a rischio: penso ad esempio che nella decima Municipalità stanno cercando di raccogliere soldi per salvare il servizio. E potremmo continuare all’infinito»

Quindi sta dicendo che di fatto Napoli è già in uno scenario di dissesto, indipendentemente dai formalismi procedurali?
«Esatto».

Però, per i creditori rischia di mettersi male.
«Il Comune di Napoli aveva ottenuto una iniezione di liquidità considerevole per poter abbattere i tempi biblici di pagamento dei creditori. Ma nell’arco di pochissimo tempo questa amministrazione ha bruciato tutto, finendo così per allungare nuovamente i tempi di pagamento, riportando l’attesa di liquidazione dei creditori a due anni. Ora il rischio per i creditori è quello di non vedersi riconosciuto per intero tutto il credito maturato»

Quindi una fetta di persone sarà pesantemente colpita nel portafogli se il dissesto venisse dichiarato. Eppure voi vi state battendo affinché de Magistris vada a casa. Non può sembrare irresponsabile questo tipo di battaglia?
«Bisogna chiarire le cose. Noi non siamo per il dissesto. Perché un dissesto ha sempre delle conseguenze disastrose per la città. Io e il Pd ci siamo battuti per il decreto Salva-Comuni, e quindi per salvare Napoli. Ma il punto, oggi, è che per salvare Napoli dal dissesto è necessaria un’altra iniezione di liquidità al Comune, e i soldi sarebbero gestiti da un sindaco che ha già sprecato tutte le occasioni e i finanziamenti che gli sono arrivati. Noi diciamo no al dissesto, ma il sindaco de Magistris non deve essere più messo nelle condizioni di occuparsi della gestione della cosa pubblica»

Praticamente vi aspettate che il sindaco si dimetta. Stando alle sue dichiarazioni e alla sua posizione rispetto alla questione debiti, è fantapolitica.
(Sorride) «Se lui resta, allora l’unica strada è il dissesto. Anche se, ripeto, il dissesto non è mai una cosa bella»

Il dissesto, dunque, come spartiacque. Come si fa a ripartire da un dissesto?
«Napoli ci è già passata. Ed è ripartita. Si riparte con una politica sana e virtuosa. Una politica in grado di dare regole precise alla città e ai cittadini»

Quella di de Magistris non lo è stata?
«No. La logica dell’amministrazione per fare cassa è stata aumentare le tasse al massimo. Ma è una logica sbagliata. Così facendo sono state tartassate solo le brave persone che già pagavano, il furbo non è stato combattuto. Chi evadeva ha continuato a farlo. Ed è su questo aspetto che la politica deve essere virtuosa: bisogna recuperare risorse da chi non paga. E’ necessario pagare tutti per pagare meno. Bisogna chiedere un maggiore contributo a chi ha più soldi e sanare situazioni di palese illegalità»

Faccia un esempio.
«Penso alla gestione degli immobili comunali regalati ai centri sociali che potrebbero invece produrre reddito. O alla tassa sull’occupazione del suolo, anche questa alzata al massimo ma pagata solo da alcuni. Penso ancora all’addizionale Irpef, passa da 15mila a 8mila euro, un colpo per le fasce più deboli. O ai rincari dei biglietti dei mezzi di trasporto»

Più controlli nel recupero dell’evasione, dunque. Basta a sanare i conti del Comune?
«Ovviamente no. I Comuni hanno diverse risorse da gestire. Cosa che quest’amministrazione non ha fatto. Prendiamo la questione dei trasferimenti (soldi che arrivano dalla Regione o dallo Stato, ndr). De Magistris lamenta che ci sono tagli. Ma la verità è che Napoli ha avuto più trasferimenti delle altre città italiane e che questa amministrazione ha speso poco più della metà dei trasferimenti, col rischio adesso che deve restituire la quota non impegnata»

Com’è possibile che un Comune non spenda i soldi che gli sono stati destinati?
«Perché manca una progettazione interna, manca una struttura efficiente in grado di gestire la liquidità che viene assegnata per determinati settori»

Onorevole, ma era possibile evitare tutto questo? In questi sette anni e mezzo di amministrazione, le opposizioni avrebbero potuto fare di più?
«Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Io stessa ho presentato gli esposti alla Corte dei Conti. Ma non solo: in Consiglio comunale ho denunciato che era necessario coprire i debiti. Venivo tacciata a suo tempo come unica che voleva generare confusione. Che voleva seminare paura tra i dipendenti del Comune. In Consiglio abbiamo presentato decine di emendamenti, ma mai, e ribadisco mai, un solo emendamento nostro è stato approvato. La maggioranza ha approvato solo i suoi emendamenti, ignorando i nostri rilievi. De Magistris è stato sordo a qualsiasi richiamo».

sabato, 14 Aprile 2018 - 12:50
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