Napoli, Eleonora e i brutti voti a scuola Quando il malessere diventa suicidio: così si è uccisa all’età di soli 15 anni

Eleonora, 15 anni, si è tolta la vita lanciandosi dal 18esimo piano di un palazzo al Centro direzionale
di Manuela Galletta

Un volo di 18 piani. Verso il vuoto. Verso il nulla. Verso la morte. Un volo voluto, cercato. Frutto di una sofferenza, di un’angoscia che Eleonora si portava dietro da tempo. Aveva solo quindici anni, Eleonora. Aveva solo quindici anni la ragazzina che ieri pomeriggio, una decina di minuti prima delle sei di pomeriggio, si è lanciata dal piano più alto del palazzo di vetro, all’isola G1, del centro direzionale. Un volo di poco meno di 40 metri, poi il tonfo. Sotto lo sguardo attonito e impotente dei pochi passanti che a quell’ora stavano per lasciare gli uffici per fare ritorno a casa. Eleonora, uno scricciolo di ragazzina, se n’è andata così. Tra le lacrime di mamma e papà, arrivati sul posto perché avvertiti dalle forze dell’ordine. Se n’è andata per colpa di un malessere che l’ha sopraffatta, che ha divorato dall’interno il suo fisico asciutto e minuto. Andava male a scuola da qualche tempo e temeva di perdere l’anno. E’ l’unico movente, per ora, che potrebbe spiegare la tragedia sulla quale stanno indagando adesso i poliziotti. L’unico movente che i genitori, schiantati dal dolore di non poter più riabbracciare la loro piccola, sono riusciti a fornire.
Eleonora non c’è più. Se n’è andata con la sua sofferenza. Lasciando a chi resta, alla società, la responsabilità di capire cosa fare per evitare che un adolescente veda la morte come unica via di fuga da un brutto voto a scuola. Eleonora come il 15enne che il 20 aprile scorso si è suicidato lanciandosi dal quarto piano della palazzina dove abitava in centro a Mantova. Aveva preso un brutto voto a scuola, l’ennesimo. In un biglietto tutto il suo disagio, le scuse ai genitori «per non essere stato all’altezza». Nel giugno 2017 a Udine un 20enne si sparò, uccidendosi, con il fucile del padre: anche lui, come Eleonora, andava male a scuola. Nell’aprile del 2010 un’altra tragedia, stavolta a Bari. Un ragazzino di 17 anni, residente a Corato, si gettò sotto un treno delle Ferrovie Bari-Nord, che era partito dal capoluogo pugliese ed era diretto a Barletta. Aveva scopetto di essere stato bocciato.
Tutte minorenni, le vittime. Aveva invece 25 anni la studentessa di Sesto Campano, in provincia di Isernia, che il 9 aprile scorso è salita sul tetto dello stabile dell’Ateneo a Monte Sant’Angelo, a Napoli, e si è lanciata nel vuoto: nell’Università si stavano tenendo le sedute di laurea, e lei aveva detto ai genitori che si sarebbe laureata. Ma non era vero, la ragazza non aveva ancora terminato gli studi: così, mentre mamma e papà aspettavano che lei entrasse nell’aula, lei è salita sul tetto, ha chiamato il fidanzato che stava per raggiungere l’Ateneo, l’ha salutato e se ne è andata via per sempre. In silenzio. Come la piccola Eleonora.

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venerdì, 25 Maggio 2018 - 09:26
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