Pompei, la ‘maledizione’ degli Scavi:
i reperti rubati tornano a casa

Reperti storici
I reperti recuperati dalla polizia a Pompei
di Danio Gaeta

Suggestione, mistero, paura dell’ignoto. Gli scavi archeologici di Pompei, una delle meraviglie del mondo, sono anche questo. Tra domus e viali, tra nicchie e teatri c’è una storia millenaria che affiora attraverso i fantastici reperti. Ma forse c’è anche altro: qualcosa di imponderabile e inspiegabile. Qualcosa che muove la superstizione dei visitatori più maliziosi: quelli che allungano la mano e che portano via un ‘souvenir’ direttamente dal parco archeologico. Poi passano gli anni – a volte anche tanti – e i reperti sottratti tornano al proprietario accompagnati dalle lettere di scuse e pentimento. Tasselli di mosaici, pezzi di marmo e anche residui di intonaco delle domus. I magazzini della Sopritendenza sono pieni zeppi di piccoli e apparentemente insignificanti tesori ‘scomparsi’ negli anni dagli scavi. Tornano indietro perché i ‘predatori’ della storia hanno paura della jella. Sì, perché a Pompei, tra gli scavi millenari, circola una leggenda che si è velocemente diffusa: sottrarre gli antichi tesori archeologici porta male ed è pericoloso. C’è chi nelle lettere – custodite dalla Soprintendenza – racconta di aver subito di tutto:  guai, perdite di persone care e sventure infinite. Non è vero ma ci credo ed è così che in tanti si redimono e restituiscono il maltolto. Le lettere arrivano da tutto il mondo: dalla Francia, dall’Inghilterra, finanche dall’Australia. (Continua a leggere il servizio sul quotidiano digitale, oggi 5 luglio è gratuito) 

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giovedì, 5 Luglio 2018 - 17:13
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