Sanità, raid punitivo in un bar: 38enne vittima di uno scambio di persona Scarcerato dal gip: salvato dai tatuaggi

di Manuela Galletta

Quell’arresto è stato un errore. Un errore che, con un po’ di attenzione, si poteva evitare. Ferdinando Mansueto, il 38enne finito in carcere giovedì insieme al boss della Sanità Salvatore Savarese e al nipote di quest’ultimo Marco Savarese per un raid punitivo all’interno di un bar nel Borgo Vergini, è stato scarcerato all’esito dell’interrogatorio di garanzia. Scarcerato dal giudice per le indagini preliminari Isabella Iaselli del Tribunale di Napoli che aveva firmato il provvedimento restrittivo. Motivo: la persona immortalata nel video con il casco bianco in testa mentre crea disordine all’interno dell’esercizio commerciale non era lui.
L’errore di persona è stato rilevato dall’avvocato Domenico Dello Iacono, che tuttavia ha dovuto faticare non poco per convincere il giudice dell’«incidente» questo perché Ferdinando Mansueto somiglia in maniera impressionante alla persona immortalata dalle telecamere. A salvarlo da una detenzione ingiusta ci hanno pensato però i tatuaggi che Mansueto sfoggia da sempre su entrambe le braccia. Tatuaggi invece che non ha il complice dei Savarese che resta, dunque, ancora senza volto e senza nome. Mansueto, in particolare, ha sull’avambraccio destro un volto santo, mentre sull’avambraccio sinistro ha un tatuaggio tribale che – ha spiegato l’indagato – ho «fatto all’età di 14 anni, e mi presi pure un ceffone da mio padre quando lo vide». Sul polso destro, invece, ha un sole molto evidente che copre un altro disegno. Per provare che i tatuaggi siano antecedenti al raid nel bar avvenuto un mese e mezzo fa, l’avvocato Domenico Dello Iacono ha anche prodotto delle foto risalenti al 2015: l’occasione era la festa della prima comunione della figlia del 38enne e dagli scatti emerge con chiarezza che Mansueto avesse già quei segni ‘distintivi’ che sono stati la sua fortuna.
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venerdì, 20 Luglio 2018 - 18:38
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