Controlli qualità sul lavoro dei magistrati Le ‘pillole’ di Bonafede sulla Giustizia

Alfonso Bonafede
Alfonso Bonafede
di Serena Finozzi

Dalla prescrizione alla riforma del processo civile, dalla separazione delle carriere in magistratura al nuovo piano di assunzioni nei tribunali, dal sistema carcerario alla possibilità che gli stranieri detenuti in Italia scontino la pena nel loro Paese di origine, fino allo stop alla riforma Orlando sulle intercettazioni. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede continua a dispensare pillole sulla ‘ricetta’ a 5 Stelle per il ‘cambiamento’ del Paese, che non può non passare anche per un settore fondamentale qual è quello del sistema giudiziario.

Controlli qualità sul lavoro dei magistrati
Ai microfoni di Radio24 (venerdì 10 agosto), il ministro ha parlato dei magistrati e, a proposito della separazione delle carriere, ha detto che «non è assolutamente una priorità» per il Governo gialloverde anche se, ha aggiunto, «se i cittadini presenteranno una proposta di legge, ovviamente non mi sottrarrò al dialogo». Elogiando i magistrati italiani che «sono tra i più produttivi d’Europa» e riconoscendo il fatto che «sinora hanno lavorato in condizioni inaccettabili», Bonafede ha anche assicurato il pugno di ferro contro gli ‘sfaticati’. «Ci saranno senz’altro anche tra i magistrati le mele marce, e siccome svolgono funzione fondamentale ho avviato percorso di monitoraggio capillare che cercherà di individuare all’interno dello stesso ufficio se c’è qualche magistrato che lavora male in termini di tempi e come gestione del proprio ruolo». Un cambio di passo, ha annunciato il ministro, anche in relazione al lavoro all’interno dei tribunali, riferendosi sia ai giudici di pace che ai tirocinanti, definiti dal Guardasigilli «persone che hanno lavorato a nero per il ministro, per 400 euro al mese e senza garanzie previdenziali. Ho bisogno di due mesi di tempo per capire quali sono i margini per invertire la rotta – ha detto – Devo correggere questa situazione: precarietà non ce ne sarà più».

La prescrizione
Quanto alla prescrizione, Bonafede non si ‘scopre’. Se a inizio giugno aveva invocato la «prescrizione già a decorrere dalla dichiarazione di rinvio a giudizio. Senza se e senza ma, perché non c’è nessuna ragionevolezza nel fatto che un processo si interrompe perché è caduto in prescrizione», oggi il ministro parla di «termini della prescrizione ragionevoli» senza però aggiungere dettagli. «Non è un problema che deve ricadere sulle spalle dei cittadini come per il processo per la strage di Viareggio dove due reati minori sono già caduti in prescrizione: non è possibile dire questa cosa ai familiari delle vittime».

Intercettazioni, il no a riforme ‘salva politici’
Sulle intercettazioni, ribadendo la soddisfazione per aver bloccato «la folle riforma Orlando» che aveva «la sola finalità di impedire le intercettazioni dei politici», Bonafede ha spiegato che ha «avviato un dialogo con tutte le procure a cui ho mandato una richiesta di contributo, l’ho fatto anche col consiglio nazionale forense lo farò con le camere penali. E’ difficile trovare un punto di equilibrio – ha proseguito il Guardasigilli – tra esigenza di indagini efficaci tramite le intercettazioni, ad esempio corruzione, la tutela della privacy e il diritto di cronaca e informazione. Ho molto a cuore il diritto alla privacy. Il punto di equilibrio va trovato nell’interesse della collettività ad avere indagini efficaci nel rispetto di tutti i diritti costituzionalmente tutelati. Sarà importante – ha concluso – individuare la modalità di raccolta delle intercettazioni che permettano di individuare le parti penalmente rilevanti garantendo il diritto di difesa dell’indagato».

Le carceri
Ribadendo la necessità del lavoro ai fini della rieducazione e del reinserimento sociale dei detenuti, Bonafede ha parlato anche di «interventi nell’immediato per migliorare la vita di carcerati e polizia penitenziaria». Interventi sui quali il ministro non si sbilancia ma che conta di mettere in atto già dal mese di ottobre. Bonafede ha anche ribadito il no ad ogni sorta di ‘svuotacarceri’ e la possibilità di accesso a misure alternative alla detenzione solo «per chi davvero merita una seconda chance». Quanto agli extracomunitari detenuti in Italia, Bonafede ha assicurato che «a settembre farò 4 incontri con ministri della Giustizia dei Paesi che hanno un’elevata percentuale di detenuti nelle nostre carceri per stilare protocolli per il rimpatrio». Inoltre, nella riforma dell’ordinamento penitenziario del governo gialloverde, sarà la struttura penitenziaria più vicina al luogo dove si trovano la famiglia o gli affetti del condannato ad essere considerata preferenziale (ma solo nei casi di non pericolosità) come luogo in cui scontare la pena.

La riforma del processo civile
Tra fine settembre e inizio ottobre sarà presentata la riforma del processo civile. Parola del ministro Alfonso Bonafede che, ha assicurato, «stiamo lavorando nella strada della semplificazione, per togliere tutte quelle parti ‘superflue’ del processo civile. Sarà un’opera di semplificazione mai vista prima». Ma cosa intenda, il ministro, per ‘semplificazione non è ancora dato sapere.

lunedì, 13 Agosto 2018 - 10:25
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