Gole del Raganello, da paradiso a inferno Dieci morti, bilancio ancora incerto Sopravvissuti sotto choc | La cronaca

di Serena Finozzi

E’ di dieci morti, undici feriti e almeno tre dispersi il bilancio della tragedia che lunedì pomeriggio si è abbattuta sulle Gole del Raganello, nel Parco nazionale del Pollino, a Civita di Castrovillari, in provincia di Cosenza. Tra le persone morte a causa della piena del torrente, sei donne e quattro uomini, anche una ragazza di 14 anni. Undici le persone ricoverate tra gli ospedali di Cosenza, Castrovillari e Rossano. Tra loro anche due tredicenni napoletane in stato di shock e un turista olandese che ha riportato la frattura del bacino. Una bambina di 9 anni che ha ingerito sabbia e fango è stata invece trasportata nella notte all’ospedale Cardarelli. Cinque le persone ricoverate in gravi condizioni, 23 quelle tratte in salvo tra cui un bambino in buone condizioni e una bimba di 9 anni ricoverata in stato di ipotermia. I dispersi sono al momento tra i 3 e i 5 ma «il numero è stato abbastanza ‘ballerino’ per tutta la notte», ha spiegato Carlo Tansi, capo della Protezione civile della regione Calabria.

Il capo della procura: «Temiamo altre vittime»
«Siamo molto cauti – ha aggiunto Paola Galeone, prefetto di Cosenza – I numeri che abbiamo dato all’inizio (due gruppi di 18, per un totale di 36) si riferivano a gruppi organizzati. Ora con un numero telefonico dedicato, sia in Regione, sia in prefettura, stiamo cercando di avere notizie di eventuali uscite di persone singole o di coppie». «Temiamo che il numero delle vittime sia destinato a crescere – ha detto il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla – Ma si tratta di valutazioni che facciamo sulla base di quello che si è verificato. Stiamo operando in una situazione di emergenza e non possiamo dare numeri o fare ipotesi. Riteniamo però che nell’area ci fossero più persone come accade sovente in questo periodo perché la zona è molto battuta». Almeno 36, dunque, due gruppi di escursionisti (provenienti per la maggior parte da Brescia, Bergamo e Milano), le persone travolte dalla piena del torrente: le forti piogge che si sono abbattute sulla zona hanno causato l’ingrossamento del  letto del Raganello che ha sorpreso gli escursionisti scaraventandoli anche a cinque chilometri di distanza dalle sponde del fiume. Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte anche con l’impiego di torri faro e luci di emergenza. Da stamattina è ripreso anche l’ausilio degli elicotteri che sono ripartiti all’alba.

I sopravvissuti trovati in stato di choc
«Siamo stati tra i primi ad arrivare e ci siamo subito occupati delle persone ferite. Quello che posso dire è che si è trattato di un episodio di inaudita violenza – ha raccontato un medico del Suem 118 di Mormanno intervenuto nell’immediatezza della tragedia – Abbiamo ricevuto una richiesta di soccorso e ci siamo immediatamente precipitati sul posto prestando le prime cure alle persone che erano state recuperate dalla zona del ponte del Diavolo. Dai racconti dei sopravvissuti, tutti in forte stato di shock, si è subito delineata la gravità di quanto accaduto». Di «un vero e proprio tsunami» ha parlato Giacomo Zanfei, vicepresidente del Soccorso alpino Calabria. «Fare attività di soccorso nel Raganello –
 ha aggiunto – è molto difficile. E’ un’attività complessa. Le guide del Raganello sono persone bravissime, specializzate, di alto livello, non sono improvvisate, pertanto nessuno va criminalizzato. Sono eventi che capitano una volta nella vita. Le operazioni continueranno per la bonifica. Fino a quando non avremo la certezza che nelle gole non ci sarà più nessuno, continueremo a cercare». Tra i testimoni, un frequentatore abituale della zona ha parlato di «disastro annunciato. Questo posto – ha spiegato – era diventato un luna park. Non è possibile vedere bambini con infradito che si avventurano per i sentieri e donne con vestiti da spiaggia. Abbiamo soccorso due ragazze napoletane – ha aggiunto – che erano riuscite a risalire. Erano in stato di shock e sono arrivate fino a noi scalze e con segni di tagli provocati dalle rocce. Hanno raccontato di una situazione terrificante».

«Due gruppi travolti dalla piena erano nel posto sbagliato»
Per Emanuele Pisarra, guida ufficiale del Parco nazionale del Pollino, quanto accaduto è stato una tragica fatalità: «Due gruppi investiti dalla piena si sono trovati purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lì ci sono corte, e cioè vie attrezzate, e marmitte, vasche di accumulo dell’acqua, e questo ha creato i maggiori problemi. Quella è la parte più difficile e impegnativa del percorso, ma anche la più bella. C’è da dire però che con la pioggia e con l’ingrossamento improvviso del torrente, tutto questo rischia di trasformarsi in qualcosa di letale. Non voglio nemmeno pensare se una situazione del genere si fosse verificata a Ferragosto, quando sul Raganello c’erano circa 650 persone o un sabato. Temo che, in quel caso, ci sarebbe stata un’ecatombe. Adesso qualcuno dovrà pure rispondere di quanto è accaduto».

La procura ha aperto un’inchiesta
La Procura di Castrovillari, intanto, ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d’atti d’ufficio. «Il primo pensiero – ha detto il procuratore Facciolla – è salvare più gente possibile e poi identificare le vittime. Nel pomeriggio valuteremo».

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martedì, 21 Agosto 2018 - 11:45
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