Un 60enne spara e uccide il vicino: l’omicidio che scuote Sferracavallo, il borgo marinaro a forma di mezzaluna

Polizia

I litigi erano numerosi. La convivenza era diventata impossibile. E così un uomo di 60 anni, sposato e con un lavoro stabile, si è trasformato in pochi istanti in un assassino.
La storia arriva da Palermo. Da Sferracavallo per l’esattezza, il borgo di pescatori disegnato a mezzaluna che, secondo una leggenda, sarebbe la patria dello sfincione. Qui la sera del 21 agosto Pietro Billitteri, 60 anni e dipendente della Rap (acronimo di Risorsa ambiente Palermo), la partecipata del Comune di Palermo che si occupa della raccolta dei rifiuti, ha ucciso a colpi di pistola il 43enne Cosimo D’Aleo, suo vicino di casa. «Mi ha reso la vita un inferno», ha spiegato Billitteri agli investigatori della Squadra Mobile che lo hanno arrestato dopo una notte di ricerche. Billitteri aveva dapprima cercato rifugio da alcuni amici nel quartiere Marinella dove abitava prima, poi si era nascosto in un magazzino dove è stato scoperto. «Ero stanco delle continue offese e provocazioni che ero costretto a subire», ha detto l’uomo che è ora è in stato di fermo per il reato di omicidio. Che tra i due uomini i rapporti fossero tesi, lo hanno confermato molti testimoni. E molti testimoni hanno sottolineato come a innescare le discussioni fosse spesse volte proprio D’Aleo, una storia personale difficile come testimoniano le accuse penali, mossegli in passato, di rapina, aggressioni e violenze anche in famiglia. «Ci insultava e ci derideva ogni volta che passavamo io e mia moglie. Era una continua minaccia», ha raccontato il 60enne. Martedì sera l’ennesimo diverbio. L’ennesima discussione. «Ieri stavo andando al lavoro per il mio turno serale. Ho dimenticato il badge e sono tornato a casa a prenderlo. Mi ha bucato la maglietta con il forchettone che stava utilizzando per arrostire la carne sul barbecue. Allora sono andato in casa ho preso la pistola e sono ritornato in strada», ha ricostruito il 60enne. D’Aleo avrebbe continuato ad insultare il vicino nonostante avesse visto l’arma. «Tanto non hai le palle di sparare», gli avrebbe urlato. A questo punto invece il dipendente della Rap ha esploso due colpi con una pistola calibro 38 che ha detto di avere trovato dentro un cassonetto durante un turno di lavoro. La pistola era detenuta illegalmente, per questo Billitteri è stato anche denunciato.
La Rap, nelle more, ha sospeso il dipendente Pietro Billitteri: si tratta di una sospensione immediata dal servizio «in attesa dei chiarimenti da parte degli organi preposti, adottando immediatamente i provvedimenti consequenziali e previsti dal contratto collettivo e dalle normative vigenti».

mercoledì, 22 Agosto 2018 - 12:45
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