Scuole chiuse o aperte, il Tar Puglia nel caos: 2 sezioni e 2 pareri diversi. La sintesi di Emiliano: in classe e Dad a richiesta

Michele Emiliano, il governatore della Regione Puglia

Non c’è solo il caos delle ordinanze regionali sulle misure anti-Covid, il Coronavirus genera decisioni differenti anche in campo legale. E, talvolta, le valutazioni difformi caratterizzano uno stesso identico fatto e arrivano da giudici che lavorano non distanti gli uni dagli altri.
In Puglia due diversi Tribunali amministrativi stanno spaccando la popolazione sul tema della frequentazioni in presenza. Il Tar della Puglia, sezione Bari, ha deciso di sospendere l’ordinanza della Regione che il 28 ottobre ha chiuso le scuole (tranne gli asili) fino al 24 novembre, ma un’altra sezione del Tar, quella di Lecce, ha invece respinto il ricorso dei genitori e tenuto in piedi l’ordinanza incriminata. Due valutazioni diametralmente opposte che poggiano su ragionamenti difficilmente conciliabili. In entrambi i casi vi sarà un’udienza camerale nel corso della quale si entrerà nel merito della discussione dell’ordinanza.

Per il Tar sezione Bari – terza sezione, presidente Orazio Ciliberti – l’ordinanza di chiusura delle scuole (in presenza) interferisce in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal Dpcm del 3 novembre. Il Dpcm, spiega il Tar, «colloca la Puglia tra le aree a media criticità (c.d. “zona arancione”) e persino per le aree ad alta criticità (c.d. “zone rosse”) prevede la didattica in presenza nelle scuole elementari». Ma vi è di più: il Tar ritiene indispensabile il ritorno fisico in classe perché sostiene che la ‘Dad’ pugliese non sia adeguata. «In Puglia molte scuole e molti studenti non sono sufficientemente attrezzati per la didattica digitale a distanza», è uno dei passaggi del provvedimenti. Ciò «si traduce in una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi all’utenza scolastica». «Il rilevato profilo di inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad attivare subito la Dad costituisce ragione di urgenza per disporre la misura cautelare», è scritto nel decreto. Il ricorso era stato presentato dal Codacons Lecce e da sei coppie di genitori di alunni di scuole salentine. La trattazione del procedimento è rimandata al 3 dicembre.

Di diverso avviso la seconda sezione di Lecce del Tar della Puglia, che invece ha ritenuto di respingere il ricorso, e quindi di blindare l’ordinanza della Regione, perché «il necessario contemperamento del diritto alla salute con il diritto allo studio nella attuale situazione epidemiologica vede prevalere il primo sul secondo (comunque parzialmente soddisfatto attraverso la didattica a distanza), attesa la necessità – in ragione del numero complessivo dei contagi, da apprezzare anche tenendo conto della capacità di risposta del sistema sanitario regionale – di contenere il rischio del diffondersi del virus». Inoltre il Tar rileva che l’ordinanza ha una «efficacia temporale limitata (dal 30 ottobre al 24 novembre), suscettibile anche di riduzione in base alla valutazione dell’impatto delle misure assunte sull’evolversi della situazione epidemiologica». Ragione per la quale, è la conclusione del Tar, «le prioritarie esigenze di tutela della salute possano giustificare un temporaneo sacrificio sul piano organizzativo delle famiglie coinvolte».

Le due diverse valutazioni, dunque, si uniscono al caos che sta accompagnando questa seconda emergenza Coronavirus. Alla fine ci ha pensato il governatore Michele Emiliano a prendere una decisione che facesse un po’ d’ordine: a partire da oggi, sabato 7 novembre, e sino al 3 dicembre la Puglia si adegua alle esposizioni del Dpcm. Tradotto: si torna a scuola, ma questo vale solo per nidi, infanzia, elementari e media; per le superiori virerà la Dad. Tuttavia per i genitori sarà possibile chiedere la didattica a distanza, perché – come specificato da Emiliano su Facebook – «nessuno potrà essere obbligato ad andare a scuola in presenza e le eventuali assenze saranno giustificate. Tutti avranno diritto a richiedere la didattica a distanza per tutelare la propria salute. Le scuole dovranno dotarsi immediatamente della possibilità di fare didattica a distanza». L’ordinanza precisa, infatti, che le scuole del primo ciclo dovranno «garantire il collegamento online in modalità sincrona per tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente per i propri figli di adottare la didattica digitale integrata, anche in forma mista, e anche per periodi di tempo limitati coincidenti con eventuali quarantene o isolamenti fiduciari, in luogo dell’attività in presenza».

sabato, 7 Novembre 2020 - 00:33
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