La Manovra passa alla Camera e cancella l’esperienza dei navigator. Si ferma anche l’ipotesi patrimoniale di Orfini

La Camera dei Deputati

Dopo un’estenuante maratona, la Manovra ha avuto il via libera alla Camera: 298 i sì, 125 i contrari e 8 gli astenuti. La maggioranza, dunque, ha tenuto nonostante le bordate che Italia Viva ha riservato in aula al Governo, in fase di dichiarazione di voto. Il renziano Mauro Del Barba, ad esempio, ha puntato l’indice contro i tempi di consegna del testo, lamentando «un ritardo mai visto nella storia della Repubblica», e accusando il due Conte-Gualtieri di avere messo in piedi una legge «insipita» che, per fortuna, ha risentito dei miglioramenti apportati grazie a maggioranza e opposizione nonostante la «camicia di forza a cui siamo stati costretti».

Il testo passa così di corsa al Senato per il ‘timbro’, che deve arrivare entro la fine dell’anno, pena l’esercizio provvisorio. La Manovra, da 40 miliardi, è la più corposa degli ultimi anni. Tantissime le novità che vanno nella direzione di aiutare le famiglie ma anche le imprese.

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C’è ad esempio la proroga del Superbonus a tutto il 2022, oggetto di un lungo di braccio di ferro nella maggioranza, e ci sono anche gli incentivi per l’acquisto di un’auto. Ci sono anche i bonus per sostituire docce e rubinetti o per installare depuratori di acqua potabile, fino ai voucher per acquistare gli occhiali ma anche novità per l’acquisto dei mobili. In Manovra sono previste le assunzioni a tempo indeterminato di 3mila medici e 12mila infermieri per attuare la campagna vaccinale anti-Covid (alla campagna potranno partecipare anche i medici specializzandi fin dal primo anno di specializzazione), nonché la cig e lo stop dei contributi per gli autonomi.

Ma a fare più rumore è cosa non c’è. Termina qui l’esperienza dei navigator, tanto voluta dai Cinque Stelle e soprattutto da Luigi Di Maio nel governo gialloverde: nell’ottica grillina i navigator avrebbero dovuto supportare gli operatori dei Centri per l’impiego nella realizzazione di un percorso che coinvolga i beneficiari del Reddito di Cittadinanza dalla prima convocazione fino all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua. La loro prestazione finì al centro delle polemiche prima ancora che venissero svolti i concorsi per arruolarli (tra file di disoccupati) e l’esperimento s’è rivelato un tale fallimento che per il 2021 non verrà rifinanziato. L’Aula della Camera, infatti, ha bocciato l’ordine del giorno alla manovra a firma Fabio Berardini (Misto) che chiedeva di prorogare al 30 aprile i contratti dei Navigator. I no, quasi all’unanimità, sono stati 469 mentre solo 16 i voti favorevoli: ciò significa che gli stessi pentastellati hanno mandato in soffitta un loro cavallo di battaglia. Il Governo aveva dato parere contrario e proposto però una riformulazione che non è stata accolta dal deputato che ha sottoscritto l’odg.

Bocciato anche l’ordine del giornale sulla patrimoniale che Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico, aveva proposto insieme a qualche altro parlamentare nonostante il dietrofront dei ‘dem’ sul tema. «Il Governo ha espresso parere contrario e la destra è intervenuta per lodare questa scelta. In pochi abbiamo votato a sostegno di un principio semplice: far pagare meno tasse alla stragrande maggioranza degli italiani, farle pagare un po’ di più a chi ha grandi ricchezze – ha scritto su Facebook Orfini – Un principio sacrosanto, che ovviamente continueremo a difendere, fino a quando non vinceremo questa battaglia. Questo era solo l’inizio». (Seguiranno approfondimenti sulle singole novità contenute nella Manovra)

lunedì, 28 Dicembre 2020 - 02:23
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