Reato di “stesa” e stretta su messa in prova per minori autori di omicidio, Mantovano: novità «dettate» dai magistrati

Alfredo Mantovano
Alfredo Mantovano
di maga

Nella legge di conversione del Dl Caivano entreranno nuove modifiche al codice penale e al diritto minorile che vanno a recepire le proposte formulate dai magistrati al Governo di Giorgia Meloni. E’ il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano ad anticipare le novità, di cui già erano infiltrate numerose indiscrezioni, che riguardano la “stesa” e la messa alla prova per i minori accusati di omicidio.

Impegnato nella conferenza stampa, a Palazzo Chigi, di presentazione del progetto di riqualificazione dell’abbandonato centro sportivo Delphinia Caivano, inizialmente associato al luogo teatro dello stupro di due cuginette di 10 e 12 anni, Mantovano ha spiegato che il Governo ha inteso adeguare alcuni interventi normativi ai «tempi in cui viviamo».

E, allora, se la “stesa”, ossia il raid armato finalizzato a dare una dimostrazione di forza al territorio o ai nemici, è divenuto «un fenomeno assai diffuso non solo a Caivano ma anche in altre zone», ecco la modifica al codice penale. «Questo tipo di comportamento era punito come un’aggravante – ricorda Mantovano -. Immaginiamo di trasformarlo in un delitto autonomo che quindi verrà punito in sé».

La seconda modifica di natura penale al Dl Caivano si inserisce nel solco dell’omicidio del giovane musicista Giovanbattista Cutolo, ucciso da un minorenne durante una lite per uno scooter parcheggiato male. «Quando ci sono reati particolarmente gravi come l’omicidio, la messa in prova non deve essere così immediata, l’alternativa non deve essere assoluta», osserva Mantovano. «Se una persona che prende un’arma e ammazza un’altra, e poi non ha il minimo della percezione della gravità del suo gesto, istituti come la messa alla prova diluiscono il senso della gravità stessa. C’è il rischio – aggiunge il sottosegretario – che episodi del genere si ripetano». L’idea, dunque, è quella di «rimodulare» l’accesso alla messa alla prova: «Si immagina di tenere il minore in istituto (di pena minorile, ndr) per un tempo più congruo rispetto al fatto contestato. Ma non è assolutamente un’abolizione dell’istituto della messa alla prova», chiarisce Mantovano. E, a chi ha criticato la decisione del Governo, Mantovano ha replicato: «Questo non è un provvedimento contro i minori, ma a favore dei minori per richiamare loro senso di responsabilità».

Interventi importanti, quelli decisi dal Governo. Interventi che sposano i suggerimenti della magistratura. E’ lo stesso Mantovano a sottolinearlo: «Le modifiche di natura penale sono l’esito quasi stenografico delle richieste formulate dai magistrati che operano sul territorio».

giovedì, 19 Ottobre 2023 - 13:18
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