Aiuti alimentari negati a stranieri, sindaco leghista ai domiciliari. I pm: a chi non gradiva inviava il «pacco degli sfigati»


Agli immigrati e alle persone ‘sgradite’ venivano destinati i «pacchi degli sfigati», dove per pacchi si intendono quelli alimentari che i Comuni nel corso della prima fase dell’emergenza Coronavirus hanno distribuito alle famiglie attraverso i fondi del Governo per i bonus alimentari. Se lo dicevano anche tra di loro, in conversazioni captate dalle forze dell’ordine, che nella distribuzione degli aiuti si faceva «figli e figliastri» e che ai soggetti meno graditi veniva destinato il «pacco da sfigati», ovvero quello di minore valore per tipologia e quantità di beni contenuti. I ‘meno graditi’ di solito erano anziani non autosufficienti con redditi modestissimi e stranieri in situazione di evidente difficoltà, con figli minori e disabili.

Questo il retroscena dell’inchiesta che questa mattina ha portato all’arresto del sindaco di San Germano Vercellese Michela Rosetta della Lega, salviniana di ferro candidatasi per il Carroccio alle Regionali del 2019, e con lei del consigliere comunale, all’epoca assessore presso lo stesso Comune, Giorgio Carando (entrambi ai domiciliari). Nella stessa operazione, coordinata dalla Procura di Vercelli,  è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Maurizio Bosco, consigliere comunale, già vicesindaco, nonché a G.S., 62enne, ex dipendente comunale, e a una quinta persona, D.M., 49enne, tutti e due residenti in paese. Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati sottoposti ad indagini altri sette privati cittadini tra i quali due impresari edili.

Nei confronti degli indagati l’accusa è a vario titolo di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.

Le indagini effettuate dalla Sezione Operativa del Nor del Comando Compagnia carabinieri di Vercelli, sono nate a seguito di dichiarazioni rilasciate ai carabinieri da una impiegata del Comune di San Germano Vercellese, che ha segnalato la sua estromissione – secondo l’accusa operata da parte del sindaco Michela Rosetta e dall’allora assessore Giorgio Carando – dalla gestione delle pratiche relative alle assegnazioni delle derrate alimentari acquistate dal Comune di San Germano Vercellese con fondi statali per fare fronte all’emergenza economica conseguente la pandemia di Coronavirus.

Da febbraio a novembre 2020 i carabinieri hanno monitorato l’attività del sindaco e degli altri indagati, anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, utilizzando microspie installate nel magazzino del Comune in cui erano depositate le derrate. Così sarebbe emerso lo sconcertante retroscena dietro la distribuzione dei pacchi alimentari, poste in essere secondo gli inquirenti dallo stesso sindaco e dall’ex assessore. Stando a quanto emerge dalla nota della Procura vercellese, avrebbero individuato una platea di beneficiari ‘preferita’, così da attuare una distribuzione non omogenea. Da un lato anche persone cui non spettava l’aiuto, avendo reddito superiore a 7mila euro, o cittadini che ricevevano beni non essenziali come mazzancolle e capesante,  dall’altra anziani poverissimi e stranieri in difficoltà esclusi o che ricevevano il pacco degli sfigati.

Particolarmente significativa la vicenda di una cittadina extracomunitaria in gravi difficoltà economiche, alla cui richiesta di evitare l’invio di alimenti che lei ed i suoi figli non avrebbero consumato per motivi religiosi, ha fatto seguito, su disposizione del sindaco, la mancata erogazione di ulteriori aiuti e la distruzione dagli atti del protocollo della richiesta recapitata in Comune dalla donna. Anche in ragione delle intercettazioni ambientali all’interno dei locali comunali nel corso delle quali il sindaco esterna animosamente il proprio disappunto per le richieste della donna, si contesta a carico del primo cittadino l’aggravante della finalità di discriminazione ed odio razziale.

«Accanto alla distribuzione fortemente iniqua delle derrate alimentari, in violazione dei principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza della pubblica amministrazione – si legge nella nota – è stato accertato ed è contestato l’acquisto, da parte del Comune con fondi pubblici, di generi alimentari non essenziali, come nel caso di taluni prodotti surgelati, quali mazzancolle tropicali e capesante».  Per il solo consigliere Comunale Giorgio Carando sono stati accertati numerosi episodi, monitorati dai militari dell’Arma sia attraverso le intercettazioni tra presenti sia mediante monitoraggio satellitare della sua autovettura, in cui questi, avvalendosi delle proprie funzioni, ha avuto accesso al magazzino dove erano custodite le derrate, asportando una parte consistente di prodotti di cui si è impossessato a vantaggio proprio o dei propri familiari.

venerdì, 15 Gennaio 2021 - 11:34
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