Saccheggio di libri al Girolamini, assolto Dell’Utri. Tirato in ballo dall’ex direttore De Caro, era accusato di peculato

Marcello Dell'Utri

L’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri è stato assolto dall’accusa di peculato in concorso dal Tribunale di Napoli. Dell’Utri era rimasto coinvolto nell’inchiesta sui furti di volumi nella Biblioteca dei Girolamini a Napoli, in particolare per la presunta appropriazione di tredici libri antichi. Il pm Antonella Serio aveva chiesto per l’ex senatore la condanna a sette anni, la stessa invece inflitta a Massimo Marino De caro, ex direttore dei Girolamini per lo stesso reato. De Caro, condannato già ad un anno per il furto di dodici volumi nell’abbazia di Montecassino, ad un anno e quattro mesi per 30 libri presi dall’Osservatorio Ximeniano di Firenze e un anno per gli antichi erbari trafugati dalla biblioteca del ministero dell’Agricoltura a coinvolgere nell’inchiesta del Girolamini l’ex amico Dell’Utri, noto per la sua passione per gli antichi volumi, accusandolo di essersi appropriato di 14 testi.  Gli inquirenti partenopei mandarono la polizia giudiziaria a casa di Dell’Utri e lui, oltre a restituire i sei richiesti, ne aggiunse altri sette, pure questi ricevuti da De Caro, classificati nei suoi registri come un dono dell’allora direttore della Biblioteca dei Girolamini.

Accolta dunque la tesi dei difensori di Marcello Dell’Utri, gli avvocati Francesco Centonze e Claudio Botti, secondo la quale quei libri erano un dono di De Caro e che l’ex senatore nulla aveva a che fare con la nomina dell’ex direttore al vertice dei Girolamini, nomina che invece, secondo l’accusa era stata caldeggiata dall’ex politico siciliano che avrebbe poi ottenuto, come ringraziamento, quei libri. Quasi parallelamente all’inchiesta di Napoli ne nacque un’altra anche a Milano: il titolare del fascicolo era il sostituto procuratore Luigi Luzi. L’indagine portò, nel 2015, al sequestro di migliaia e migliaia di volumi di proprietà dell’ex senatore, custoditi in nella sede della Fondazione Biblioteca di via Senato, di cui Dell’Utri era presidente, e in parte anche in un caveau in via Piranesi, sempre a Milano. Il pm milanese ritenne convincenti le consulenze tecniche e le memorie difensive con le quali i legali di Dell’Utri giustificarono la provenienza delle opere e, alla fine, presentò istanza di archiviazione, accolta dal Gip meneghino Laura Anna Marchiondelli. Una decisione che portò anche al dissequestro di quelle migliaia di libri.

mercoledì, 20 Gennaio 2021 - 10:27
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