Carelli dal M5s al gruppo ‘Popolari italiani’, ma un partito con lo stesso nome esiste già. De Mita: «Un comico oltraggio»

Giuseppe De Mita

Mentre all’esterno divampava il dibattito lacerante sulle sorti della maggioranza giallorossa e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era infine costretto, con toni torvi mai registrati prima da parte sulla rotta del Colle da quando al vertice c’è l’ex democristiano, a giocare la carte Mario Draghi, dal nulla si è materializzata una polemica che proietta direttamente alla Prima Repubblica. Alla storia dei simboli, degli scudi crociati, delle sigle e delle eredità pesanti come quella lasciata dalla Balena bianca, frantumata dalla fine del pentapartito e dalle faide interne in mille sigle.

A innescarla, suo malgrado, è stato il deputato ex Cinque Stelle Emilio Carelli che, allo scadere del mandato esplorativo di Fico e in disaccordo con la linea del partito, ha detto addio al Movimento e annunciato: «Passo nel Gruppo Misto», annunciando però la volontà di creare una componente (spostata verso il centrodestra) cui ha dato già un nome: Centro-Popolari Italiani.

Il problema, che evidentemente l’ex anchorman del Tg5 non ha valutato, è che i Popolari italiani esistono già. Glielo ha fatto notare uno dei maggiori esponenti, Giuseppe de Mita, ex deputato e oggi dirigente proprio dei Popolari: «Chissà – ha dichiarato De Mita, nipote del più noto Ciriaco, ad askanews – se c’è un calcolo dietro la decisione del senatore Carelli, o di un suo maldestro suggeritore, di evocare il nome dei Popolari. O forse si tratta solo della sciatteria culturale di questi tempi».

«In ogni caso, – continua – non è un nome a dare sostanza là dove la sostanza non c’è. Magari potrebbe essere proprio questo ultimo comico oltraggio a dare ai Popolari l’impulso definitivo di orgoglio per uscire dall’ombra. A Carelli l’umile suggerimento di conservare il suo di nome: Giulio Cesare è anch’esso inimitabile».

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mercoledì, 3 Febbraio 2021 - 09:04
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