Draghi, (quasi) tutti per il sì. Conte seda i malumori del M5s, ok di Berlusconi e Salvini. Ma il Pd non vuole la Lega

Mario Draghi

Un fronte ampio per il sì a Mario Draghi, con il contributo di Forza Italia. L’ex presidente della Banca centrale europea, cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito il mandato esplorativo per la formazione del nuovo Governo, incassa anche l’apertura di Silvio Berlusconi che spiega: «Draghi va nella direzione di Forza Italia». Posizione apparentemente opposta a quella dell’alleato Matteo Salvini della Lega, che andrà alle consultazioni con la propria delegazione e senza Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ma da parte di Salvini non c’è una totale chiusura: «Prima di dare un giudizio definitivo – dichiara – ascolteremo Draghi».

Le consultazioni del premier incaricato con le forze politiche sono iniziate ieri e si concluderanno domani. Prima i partiti piccoli, da Azione e +Europa a Maie, centro Democratico, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo. Oggi, dalle 11, è la volta delle Autonomie, di Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Pd e Forza Italia. Domani alle 11 chiudono gli incontri Lega e Movimento Cinque Stelle. Dunque, come detto, il centrodestra partecipa in maniera separata: oggi alle 15 a Montecitorio salità Giorgia Meloni, alle 17,30 Silvio Berlusconi, domani alle 11 Salvini. Incontri della durata di mezz’ora, massimo un’ora, a seconda del peso dei partiti in Parlamento.

Da parte di Azione e +Europa (Carlo Calenda e Emma Bonino) ieri è arrivato il sostegno al tentativo di Draghi di formare il Governo. Un «ampio e pieno sostegno», come ha affermato Emma Bonino al termine della consultazione. Quello di Draghi può essere il tentativo di nascita di «un’altra politica». Per Calenda «l’unico atteggiamento responsabile è non porre condizioni».  Bruno Tabacci, Centro Democratico – conferma il sostegno a Draghi: «Non abbiamo condizioni, sarebbe ridicolo – dice – Draghi è un salto di qualità, un’occasione da non sprecare». Sì anche da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia, Cambiamo!,  Sgarbi, Alleanza di Centro e Usei): «Draghi è una risorsa per il Paese. L’Italia ha bisogno di un Governo forte, non di una riedizione del Conte bis».

Silvio Berlusconi, atteso per oggi pomeriggio, apre sin da subito all’ex presidente della Bce. Una «personalità di alto profilo» che, ricorda, fu nominato «dal nostro Governo a governatore della Banca d’Italia a indicato alla guida della Bce». Dunque la scelta di Mattarella «va nella direzione indicata da Forza Italia» che guarda «senza pregiudizi» al tentativo del presidente incaricato. Per Berlusconi è necessario formare un «Governo dei migliori», con squadra e programma adeguati. Poi il messaggio agli alleati di centrodestra: «Importante preservare l’alleanza. La politica si assuma la responsabilità delle scelte».

Un messaggio che Salvini coglie a metà. Per il leader della Lega le consultazioni con Draghi è meglio che il centrodestra le faccia separatamente in modo che «ognuno dica liberamente quello che ha in testa. Noi non siamo costretti a fare nulla controvoglia, l’unità del centrodestra è un valore, governiamo in 14 regioni su venti». Rispetto a Draghi: «Alla Lega converrebbe dire no ma per noi, prima dell’interesse del partito viene quello del Paese. E’ mio dovere ascoltare Draghi prima di dare un giudizio definitivo. Draghi dovrà scegliere tra le proposte di Grillo e quelle nostre, che sono il contrario». Sulla strada del sì della Lega e di una apertura a un governo di unità nazionale, si frappongono però i veti del Pd che con i salviniani non vuole governare né scendere a patti per non rilegittimarla. Una mina vagante per Draghi che, in caso di incarico, potrebbe decidere di tenere fuori i politici in favore di un Governo tecnico. No netto al Governo Draghi invece da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni,

Sul fronte grillino, dilaniato all’interno dopo la caduta del Conte bis, arriva, dopo il primo impulsivo no a Draghi premier messo nero su bianco sui social dal capo politico Vito Crimi, la manovra distensiva di Luigi Di Maio che ha dichiarato: «In questa fragile cornice, il Movimento cinque stelle ha il dovere di partecipare, ascoltare e poi assumere una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno». Legittimi gli umori di queste ore, aggiunge, ma «è in queste circostanze che una forza politica si mostra matura».

A suggellare la giornata di consultazioni e dichiarazioni delle forze politiche, è arrivata l’inusuale conferenza stampa del premier uscente Giuseppe Conte che, da un tavolino piazzato davanti a Montecitorio, lascia intendere che non lascerà affatto la politica, anzi. «Ho incontrato Draghi – dice – un colloquio lungo, molto aperto. Mi descrivono come un ostacolo, ma i sabotatori sono altrove. Auspico un Governo politico, solido e coeso». Poi l’appello a Movimento, Leu e Pd: «Ci sono e ci sarò».

venerdì, 5 Febbraio 2021 - 08:22
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