Strage della funivia, attesa per Riesame e nuovi accertamenti tecnici. Tornano i turisti sulla vetta del Mottarone


Continuano le indagini sulla strage della funivia del Mottarone. I giorni a venire saranno cruciali sotto due aspetti: chiarire la posizione dei tre indagati, stabilire le cause del disastro attraverso accertamenti tecnici irripetibili.

Già oggi, lunedì 7 giugno, il procuratore di Verbania Olimpia Bossi potrebbe ricorrere al Tribunale del Riesame contro la mancata convalida del fermo di Luigi Nerini e Enrico Perocchio,  gestore e direttore tecnico dell’impianto, tornati liberi per decisione del gip. Quest’ultimo, Donatella Banti Bonamici, dovrebbe invece decidere oggi sulla istanza di incidente probatorio presentata dall’avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, caposervizio della funivia del Mottarone, l’unico per il quale è tuttora vigente una misura di custodia cautelare, quella degli arresti domiciliari. 

La richiesta riguarda le modalità attraverso cui procedere alle verifiche e alle perizie tecniche sul relitto della cabina e sul cavo spezzato. La Procura ha già da giorni ipotizzato di disporre un “accertamento tecnico non ripetibile”, mentre il legale di Tadini chiede, appunto, l’incidente probatorio. Le differenze tra le due modalità sono sottili. Quasi impercettibili.

L’accertamento tecnico non ripetibile è disposto in via esclusiva dal pubblico ministero invece l’incidente probatorio può essere richiesto sia dal pubblico ministero che dall’indagato oltre che dalla parti lese ed è disposto dal gip. In realtà nonostante il contraddittorio nell’incidente probatorio si svolga esplicitamente in una specifica udienza, anche nell’accertamento irripetibile sono assicurate le garanzie in quanto l’indagato può nominare un perito di fiducia per il confronto.

Inoltre sia il verbale dell’incidente sia il verbale che contiene gli accertamenti tecnici vengono assorbiti nel fascicolo del dibattimento per cui il contraddittorio è a tutti gli effetti garantito. Sempre per oggi è annunciato un nuovo sopralluogo sulla scena del disastro del consulente tecnico della Procura, il professor Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino.

Intanto il Mottarone cerca faticosamente di ripartire: ieri si sono rivisti un po’ di turisti in vetta: la sfida, come ripete il sindaco di Stresa Marcella Severino é rilanciare un luogo che vive di turismo senza dimenticare i morti. E nel segno del ricordo di chi ha perso la vita in questa tragedia, mercoledì in cima al Mottarone salirà il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, che alle 11 celebrerà la messa. 

lunedì, 7 Giugno 2021 - 10:05
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