Arrivano gli ispettori di via Arenula in Procura a Milano. Il Ministero della Giustizia ha infatti deciso di avviare una inchiesta amministrativa relativa sul caso del processo Eni-Nigeria; il procedimento penale, come noto, si è concluso a marzo con l’assoluzione dei 15 imputati accusati di corruzione, ma è a giugno, con la pubblicazione delle motivazioni dell’assoluzione, e poi con l’iscrizione nel registo degli indagati di due pm milanesi, che la vicenda è tornata prepotentemente sulle cronache giudiziarie.
Il ministero ha chiesto all’Ispettorato di svolgere accertamenti preliminari, al fine di una corretta ricostruzione dei fatti attraverso l’acquisizione degli atti necessari.
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Il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro sono indagati dalla Procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio in relazione al processo Eni-Shell Nigeria. Secondo le accuse, pur avendo la consapevolezza della falsità delle prove portate dall’ex manager di Eni Vincenzo Armanna, i pm avrebbero omesso di mettere a disposizione delle difese e del Tribunale gli atti in proposito, nel corso del dibattimento sul blocco petrolifero Opl245. L’inchiesta bresciana riguarda un video tra Armanna e l’avvocato Piero Amara e i documenti, a loro trasmessi dal pm Paolo Storari, relativi a un un versamento di 50 mila dollari da un conto dello stesso Armanna a un teste, Isaak Eke.
mercoledì, 16 Giugno 2021 - 09:42
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