Eco4, l’Appello condanna Cosentino per concorso esterno in associazione mafiosa e gli dà un anno in più

Nicola Cosentino
Nicola Cosentino

L’accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso è rimasta in piedi. I giudici della Corte d’Appello di Napoli hanno confermato nella sostanza l’accusa mossa all’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino nel cosiddetto processo ‘Eco4’. Rispetto però al primo grado, i giudici hanno inflitto a Cosentino 10 anni di reclusione, dodici mesi in più rispetto alla sentenza che fu emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Accogliendo il ricorso presentato dalla Dda e coltivato dal pg Luigi Musto, la Corte ha esteso la contestazione sino al 2009. In primo grado, invece, il Tribunale aveva ritenuto il reato consumato fino al 2004.

Qualche mese fa la Procura Generale aveva chiesto per Cosentino una condanna a 12 anni, con una maggiorazione rispetto al primo grado vista l’entrata in vigore nel 2005 di una normativa che aumentava i minimi edittali per i reati mafiosi. «Credo che sia una sentenza profondamente sbagliata perché sono convinto che Cosentino sia assolutamente innocente», ha commentato l’avvocato Agostino De Caro, che difende con Stefano Montone ed Elena Lepre l’ex sottosegretario del Pdl. «Aspettiamo di leggere le motivazioni per impugnarle», ha concluso.

I magistrati d’appello hanno condiviso l’impostazione dell’accusa: in primo grado Cosentino fu riconosciuto come il «referente nazionale del clan dei Casalesi», almeno fino al 2004, così come ipotizzato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Dopo la sentenza di primo grado, nonostante i nove anni inflitti, la Dda di Napoli ha presentato comunque appello ritenendo che l’appoggio di Cosentino al clan fosse andato avanti anche oltre il 2004, almeno fino al 2009.

mercoledì, 21 Luglio 2021 - 19:56
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