Ossigeno esaurito in ambulanza, inchiesta sulla morte di un 68enne: nel mirino una società privata. La Lega chiede chiarezza

La procura di Napoli

Si può morire perché a bordo dell’ambulanza manca l’ossigeno necessario ad essere somministrato? Aniello Vicedomini, un pensionato di Casola (in provincia di Napoli), è deceduto venerdì 30 luglio proprio per l’assurda assenza dell’ossigeno sul mezzo di pronto soccorso (di una società privata) che avrebbe dovuto trasportarlo da un ospedale all’altro. Una storia di malasanità, grida il nipote, il giornalista Michele Inserra, dal suo profilo Facebook. Una storia che fa indignare e sulla quale, adesso, dovrà fare chiarezza la magistratura.

Ma anche la politica, legittimamente, chiede spiegazioni. «In Campania non passa settimana senza che si registrino episodi di palese malasanità come quello che ha portato alla morte del 68enne – ha commentato il consigliere regionale e coordinatore cittadino della Lega Severino Nappi – Non intendiamo, certo, colpevolizzare una intera categoria che si distingue per sacrifici, abnegazione e impegno, ma non possiamo più permettere che la vita delle persone sia affidata a operatori incompetenti». Nappi, dunque, ha sollecitato una «commissione di inchiesta sul servizio del 118 e sulle modalità che portano all’affidamento degli appalti». Il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli ha presentato un’interrogazione «con il fine di chiarire tutte le circostanze e, soprattutto, se a bordo dell’ambulanza privata di una società, che ha vinto una gara d’appalto con l’Asl Napoli3, ci fosse personale qualificato».

Sui punti toccati da Nappi e Borrelli è facile immaginare che interverrà anche la procura della Repubblica di Napoli. La morte di Aniello Vicedomini, che era affetto da una fibrosi polmonare, merita una risposta e gli step da seguire sono numerosi. Quindi si andrà per gradi. Anzitutto occorrerà attendere l’esito dell’autopsia, già disposta dal pm Stella Castaldo, per avere la conferma della causa del decesso. A denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine sono stati i medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli, che attendevano l’arrivo del paziente da un altro nosocomio, il San Leonardo di Castellammare di Stabia. Successivamente la procura indagherà sulle dotazioni dell’ambulanza, per capire chi e perché ha lasciato il mezzo di pronto soccorso senza l’ossigeno necessario. Il veicolo era di una compagnia privata: al momento del trasferimento, sollecitato dai familiari perché il 68enne era seguito da una equipe del Cardarelli, non era disponibile un’ambulanza del 118 e così si è ricorsi a una società privata che ha vinto l’spalto per l’Asl Napoli 3.

Quindi è verosimile che l’indagine possa poi estendersi agli appalti cui fanno riferimento proprio Nappi e Borrelli. «Con i miei familiari ho avuto la sventura di incappare nella peggiore espressione della Sanità campana – è la dolorosa testimonianza di Michele Inserra – Un trasporto in ambulanza fatto da personale totalmente improvvisato, senza professionalità, senza competenze e, soprattutto, senza un briciolo di umanità. Personale che non si è reso conto che una bombola di ossigeno si era esaurita. Noi familiari chiederemo Giustizia senza tregua per una ipotesi di reato per omicidio colposo causato per imperizia, negligenza e imprudenza. Chi è incompetente non può arrecare danni e provocare dolore ad altri».

lunedì, 2 Agosto 2021 - 08:49
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