Scrisse “Uno in meno” su Fb, condannata la prof che insultò la memoria del carabiniere Cerciello Rega ucciso a Roma

Mario cerciello rega
Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ammazzato a coltellate a Roma il 26 luglio 2019

Quel post su Facebook le è costato caro. E non poteva essere diversamente. Eliana Frontini, la prof di Storia dell’Arte del Novarese, che aveva insultato la memoria del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso nel luglio del 2019 a Roma mentre era impegnato in un’operazione in borghese, è stata riconosciuta colpevole di vilipendio alle Forze Armate e diffamazione.

Nella giornata di ieri, giovedì 18 novembre, il giudice per le indagini preliminari Sveva Sicoli del Tribunale di Novara ha inflitto alla donna 8 mesi di reclusione, pena sospesa, superando la richiesta del pubblico ministero Silvia Baglivo che aveva proposto 3 mesi. Il processo si è definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. L’insegnante è stata condannata anche al risarcimento delle parti civili entro un anno, condizione necessaria per ottenere la sospensione della pena. Le cifre stabilite sono di 8.000 mila euro per la vedova del carabiniere ucciso Rosa Maria Esilio e 5.000 euro per il Ministero della Difesa.

All’indomani della morte di Rega, ucciso durante una colluttazione con due studenti statunitensi, la prof dell’istituto Pascal di Romentino scrisse in un commento a un post su Facebook: «Uno in meno e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza». Per via del post la prof su sospesa, salvo poi tornare in servizio. Dopo essersi inizialmente assunta la responsabilità di quelle parole («Ho commesso un errore», disse), la prof provò a scaricare ogni cosa su terze persone sostenendo di non essere stata lei a pubblicare il post: spiegò che era stato il marito a utilizzare il profilo e l’uomo, Norberto Breccia, confermò la circostanza.

Ma la procura non ha creduto a questa tesi, tanto che ha trascinato a processo anche Breccia accusandolo di favoreggiamento. La contestazione, tuttavia, è caduto: Breccia, infatti, è stato assolto dal gip. Nella requisitoria il pm aveva usato parole di censura per la condotta della prof: «Ha manifestato disprezzo per una persona barbaramente uccisa e ha poi cercato di esimersi da responsabilità per salvare il posto da insegnante. Quello che doveva fare, invece, era chiedere pietà e cospargersi il capo di cenere, visto il suo ruolo da educatrice».

venerdì, 19 Novembre 2021 - 10:19
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