«Ad oggi mamma non sta ancora bene, non interagisce con il mondo esterno, dobbiamo soltanto sperare in un miracolo, abbiamo subito una condanna da questi delinquenti senza aver commesso alcun reato. Ai magistrati avevamo chiesto giustizia, invece 7 anni sono una pena molto lieve. Noi purtroppo l’ergastolo lo stiamo già vivendo da quella maledetta data, ci hanno distrutto la vita».
Pina Russo è amareggiata. Luigi Frenna, il 19enne coinvolto nella rapina di uno scooter che portò al ferimento, in modo grave, della madre Patrizia Perone, è stato condannato a sette anni di reclusione per rapina e lesioni aggravate in concorso con un complice minorenne anche lui sotto processo davanti al Tribunale per i minorenni. Il processo si è definito dinanzi al giudice per le indagini preliminari Vincenzo Caputo con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della penale.
Prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio, Frenna ha rilasciato una dichiarazione spontanea: «Non sono un mostro, signor giudice», ha detto, affermando di essere pentito per l’accaduto. L’imputato ha anche voluto sottolineare che non era sua intenzione causare lesioni alle vittime e di non avere compreso che la signora si fosse fatta così male. Il pm Enrica Parascandolo aveva chiesto 10 anni di reclusione.
La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Carla Maruzzelli, aveva chiesto l’esclusione del nesso causale tra la rapina e le lesioni. Secondo il legale, infatti, la caduta dallo scooter delle due donne sarebbe stata provocata dalla brusca accelerazione del mezzo, provocata dalla conducente che voleva sfuggire alla rapina, dopo avere udito le minacce. Per questo motivo, secondo il difensore di Frenna, la passeggera dello scooter (la 64enne Patrizia Perone), che era senza casco, sarebbe caduta, battendo violentemente la testa sul selciato.
martedì, 7 Dicembre 2021 - 17:54
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