Jabil, referendum interno per le sorti di 200 operai: la Tme pronta ad assumere, ma c’è il timore beffa dopo il caso Orefice

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Immagine di repertorio

Saranno i lavoratori della Jabil di Marcianise (Caserta), attraverso un referendum interno organizzato dai sindacati, a decidere del proprio futuro.

Sul tavolo vi è la possibilità di aderire all’ipotesi di accordo siglata due giorni fa al ministero dello Sviluppo Economico (Mise) con la Tme, azienda di Portico di Caserta che, in società con Invitalia, società del Ministero dell’Economia, si è impegnata ad assumere 200 addetti dalla Jabil, completando così il piano di esuberi della multinazionale americana, che dal 2019 ha fatto fuoriuscire dal proprio organigramma già 250 lavoratori.

Erano 700 quando scoppiò la vertenza nel giugno di tre anni fa, oggi sono 450. I fuoriusciti sono stati quasi tutti ricollocati in quelle aziende che avevano accettato, su invito delle istituzioni e incamerando soldi per ogni addetto riassunto, di reimpiegare i lavoratori Jabil in esubero, ma le ricollocazioni non sono andate bene: i 23 assunti di Orefice, azienda sarda, sono stati infatti prima oggetto di un trasferimento in Sardegna, quindi licenziati in tronco, mentre gli altri passati in Softlab sono attualmente fermi in cassa integrazione.

venerdì, 18 Febbraio 2022 - 12:57
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