‘Ndrangheta, condannato l’avvocato ed ex deputato Veneto: 6 anni per corruzione e concorso esterno. Lui: «Sono sdegnato»

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L'avvocato Armando Veneto

La sentenza che lo scorso 25 febbraio ha colpito l’avvocato Armando Veneto, ex deputato e parlamentare europeo dell’Udeur nonché ex presidente dell’Unione delle Camere penali italiani, ha seminato sconcerto nella categoria dei penalisti.

Ottantasei anni, Armando Veneto è uno stimato avvocato. Ma per la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro (pm Veronica Calcagno) e per il giudice per le indagini preliminari Matteo Ferrante del tribunale di Catanzaro, Armando Veneto si è avvicinato troppo alla causa della ‘ndrangheta, sporcandosi le mani.

Lo scorso 25 febbraio l’avvocato è stato condannato a sei anni di reclusione (tanti quanti quelli chiesti dal pm) per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose. La sentenza è stata emessa a conclusione del processo con rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena.

I reati contestati all’avvocato Veneto traggono origine da fatti risalenti al 2009 e si collegano alla presunta corruzione che sarebbe stata messa in atto nei confronti del giudice Giancarlo Giusti, all’epoca componente del Tribunale del riesame di Reggio Calabria, arrestato nel 2012 con l’accusa di corruzione aggravata dalle modalità mafiose nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Milano sulla cosca di ‘ndrangheta dei Lampada operante nel capoluogo lombardo.

Giusti, nel 2009, annullò un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico di Rocco e Domenico Bellocco, presunti appartenenti all’omonima cosca della ‘ndrangheta, e di Rocco Gaetano Gallo, legato allo stesso gruppo criminale, coinvolti nell’operazione “Rosarno è nostra 2”. Nella decisione del giudice Giusti, a detta dell’accusa, avrebbe influito l’avvocato Veneto, che avrebbe avuto un ascendente sul magistrato per presunti rapporti pregressi. Il giudice, in cambio della revoca del provvedimento restrittivo, avrebbe ricevuto un compenso di 120 mila euro da Rocco e Domenico Bellocco e da Rocco Gaetano Gallo. Il giudice Giusti si è tolto la vita nel 2015.

Il gip Ferrante, nell’ambito dello stesso procedimento, ha emesso altre tre condanne a carico dello stesso Domenico Bellocco e di Giuseppe Consiglio, ai quali sono stati inflitti 6 anni di reclusione; Rosario Marcellino (4 anni) e Vincenzo Albanese (2 anni). Nella vicenda della presunta corruzione del giudice Giusti sono coinvolti anche Vincenzo e Gregorio Puntoriero, che avrebbero fatto anche loro da intermediari col magistrato, per i quali il processo prosegue con rito ordinario.

«Un giudice di Catanzaro mi ha condannato, per corruzione in atti giudiziari ed altro, a 6 anni di reclusione. Sono sdegnato perché si dovrà pescare nell’ampio bacino delle fantasie per motivare una simile sentenza», ha commentato l’avvocato Armando Veneto. «Sono assolutamente estraneo alla vicenda – ha aggiunto Veneto – come peraltro aveva accertato la magistratura di Catanzaro sin dal 2014. Per la corruzione sono stati già condannati in primo grado coloro che ne sono stati ritenuti responsabili. Per quanto mi riguarda, sono stato tirato in ballo da una personale interpretazione di un ‘labiale’, come è stato accertato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, che ha corretto l’errore iniziale. Infine, è certo che l’accordo corruttivo era intervenuto prima ancora della mia nomina a difensore. C’era, in sostanza, più del necessario per pretendere che mi si chiedesse scusa per l’inattesa notifica di indagini concluse a mio carico che la magistratura di Catanzaro mi aveva fatto comunicare nel maggio del 2020, senza neppure farla precedere da un’indagine nuova rispetto a quella del 2014 e senza neppure acquisire gli atti del processo che aveva portato alla condanna di quelli che sarebbero stati condannati per la corruzione».

Scontato il ricorso in Appello da parte dell’avvocato Veneto: «Sono curioso di sapere chi ha ragione tra la magistratura di Catanzaro edizione 2014 e quella odierna. Un chiarimento che riguarda non solo la mia persona, ma anche quella di ciascuno dei sudditi di questo lembo d’Italia», ha concluso.

In favore dell’avvocato Veneto si è schierata l’Unione delle Camere penali italiane: «La condanna dell’Avvocato Armando Veneto ci lascia sgomenti ed increduli. In primo luogo perché è relativa ad una accusa risalente a molti anni fa, già vagliata e di cui era stata annunciata pubblicamente l’archiviazione nel 2014 per la sua manifesta infondatezza. Ma soprattutto perché Armando Veneto è stato ed è un saldo punto di riferimento di tutta l’avvocatura italiana, per qualità professionali e morali. Esprimiamo la certezza che la giustizia saprà fare il suo corso già nel giudizio di appello, ed esprimiamo ad Armando, in un momento così difficile della sua vita onorata, la vicinanza, la stima e l’amicizia immutate di tutti i penalisti italiani».

martedì, 1 Marzo 2022 - 13:02
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