Melitopol è caduta in mani russe. In silenzio. Mentre l’attenzione mediatica era (ed è) tutta concentrata su Kiev, Mariupol e Irpin, la città nell’Ucraina sud-orientale si è risvegliata sotto un nuovo regime. Galina Danilchenko è il nuovo sindaco. Nominata dal regime russo. Imposta.
Il posto di primo cittadino era rimasto vacante dopo che il sindaco Ivan Fedorov, democraticamente eletto dal popolo, è scomparso. Il politico è stato sequestrato l’11 marzo in un blitz di agenti di Mosca e portato via con un sacchetto sulla testa. Di lui non si hanno più notizie. L’ufficio del pubblico ministero per la regione separatista di Luhansk, sostenuta dalla Russia, ha accusato Fedorov di reati di terrorismo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto il suo rilascio immediato, dicendo che il suo «rapimento» è un «crimine contro la democrazia».
Al suo posto è arrivata Galina Danilchenko che ieri ha ufficializzato la ‘svolta’ russa comunicando che nella regione i canali ucraini sarebbero stati sostituiti da «canali televisivi russi».
In un video Danilchenko ha affermato che c’era «un grande deficit di informazioni affidabili in circolazione», motivando la decisione. Il neo sindaco ha inoltre invitato i cittadini a non ribellarsi: «Adattatevi alla nuova realtà», ha detto.
Danilchenko è sotto inchiesta da parte della procura generale ucraina che ha formalizzato nei suoi confronti l’accusa di alto tradimento.
Nello specifico Danilchenko è accusata di «aver adempiuto al compito affidatole dai suoi rappresentanti della Federazione Russa» quando si è dichiarata sindaca ad interim di Melitopol. «Nell’annunciare la creazione di un organismo non definito dalla legge ucraina, questo Comitato dei deputati del popolo, l’indagata ha chiesto ai cittadini ucraini il loro sostegno e ai cittadini di Melitopol di smettere di resistere alle forze di occupazione», si legge nella dichiarazione dell’ufficio del procuratore.
lunedì, 14 Marzo 2022 - 12:06
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