Pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, i pm in aula: «105 a processo». Ministero Giustizia responsabile civile

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I pestaggi ai danni di alcuni detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nell'aprile del 2020

«Tutti a processo», chiede la procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. «Tutti a processo» per avere avuto un ruolo nelle violenze ai danni di alcuni detenuti avvenute nell’aprile del 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta).

Ieri mattina il procuratore aggiunto Alessandro Milita ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare Pasquale D’Angelo di rinviare a giudizio 105 imputati, tra agenti della Penitenziaria, funzionari del Dap e due medici, per quella che fu definita «un’orribile mattanza» dal gip Sergio Enea che emise le misure cautelari. La richiesta è stata introdotta dalla discussione affidata ai pm Alessandra Pinto e Daniela Pannone, che hanno ricordato l’esistenza di materiale probatorio solido come le immagini acquisite all’interno dello stesso penitenziario e che hanno ripreso alcuni agenti picchiare i detenuti del Reparto Nilo per vendicarsi della protesta innescata il giorno prima per la positività al Covid di un loro compagno (una protesta che non avrebbe dato luogo a reati, tanto da chiedere l’archiviazione per 14 detenuti denunciati dalla penitenziaria).

Tra le immagini più crude quelle del detenuto sulla sedia a rotelle picchiato con il manganello, e di quelli fatti passare in un corridoio formato da agenti che li pestavano con manganelli, calci e pugni. Le accuse contestate a vario titolo sono: tortura, lesioni gravi, falso, depistaggio, omicidio colposo, morte come conseguenza del reato di tortura, ovvero quella del detenuto algerino Lakimi Hamine, inizialmente classificato come suicidio. Tra gli imputati vi sono l’allora provveditore regionale alle carceri Antonio Fullone; Anna Rita Costanzo, commissario capo responsabile del reparto Nilo; Gaetano Manganelli, che all’epoca dei fatti era comandante della Polizia Penitenziaria del carcere; Pasquale Colucci, comandante del gruppo di Supporto agli interventi; Nunzia Di Donato, comandante del nucleo operativo ‘Traduzioni e piantonamenti’; Tiziana Perillo, comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti di Avellino.

Chiesto anche il proscioglimento dell’agente della Penitenziaria Luigi Macari (difeso dall’avvocato Carlo De Stavola), risultato assente il giorno delle violenze in carcere. Altri due imputati, invece, hanno avanzato richiesta di essere processati col rito abbreviato, formula che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena: si tratta di Angelo Di Costanzo (difeso dall’avvocato Massimiliano Di Fuccia) e Vittorio Vinciguerra (difeso dall’avvocato Gerardo Marrocco). La procura aveva anche aperto la strada del patteggiamento a 32 imputati (le posizioni con le accuse più marginali) con lo scopo di alleggerire il processo, ma i diretti interessati hanno respinto la proposta al mittente preferendo l’eventuale vaglio dibattimentale.

Nutrito il parterre delle parti civili. Ci sono anzitutto il ministero della Giustizia e l’Asl di Caserta, che in questo procedimento ricoprono anche la veste di responsabile civile. Il gap, basandosi anche su una sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite, ha dato l’ok al dopulice ruolo processuale dei due enti. Detto in soldoni: in caso di condanna degli imputati, ministero e Asl saranno chiamati a risarcire i detenuti parti civili laddove gli imputati non siano in grado di pagare.

E veniamo dunque ai detenuti che hanno deciso di esporsi: al momento sono state ammesse le costituzioni di circa 100 soggetti, tra cui una novantina di detenuti, 4 associazioni (Antigone, Carcere possibile, Agadonlus, Abusi in divisa), istituzioni come il Garante nazionale e quello regionale dei detenuti. Per costituirsi parte civile c’è tempo sino alla prima udienza del dibattimento. La parola adesso passa ai legali delle parti civili e subito dopo ai legali degli imputati (nel collegio difensivo, tra gli altri, vi sono Claudio Botti, Vittorio Giacquinto, Angelo Raucci, Mariano Omarto, Giuseppe Stellato, Ciro Balbo, Raffaele Costanzo): serrato il calendario di udienze. L’obiettivo del gup è arrivare alla decisione prima della pausa estiva.

mercoledì, 27 Aprile 2022 - 08:45
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