Torre Annunziata, manifesto con minacce a 3 pm. I magistrati: «Vile attacco». Il Pd: focus sui Comuni sciolti per camorra

Tribunale Torre Annunziata
Il tribunale di Torre Annunziata
di Manuela Galletta

Un manifesto di minacce rivolte al procuratore capo Nunzio Fragliasso e ai pubblici ministeri Emilio Prisco e Alessandra Riccio della procura di Torre Annunziata. E’ stato affisso dinanzi al palazzo di giustizia ed ha innescato l’apertura di un’inchiesta da parte della procura della Repubblica di Roma, competente per fatti aventi magistrati del distretto di Napoli come protagonisti (indagati o parti offese).

Nel grande manifesto tricolore, che è stato subito rimosso, i tre magistrati vengono definiti ‘corrotti’ e accusati di stare «abusando in modo odioso del loro potere per proteggere degli assassini». Quindi il manifesto si chiude con l’anatema che Papa Giovanni Paolo II pronunciò il 9 maggio del 1993 al termine dell’omelia della messa celebrata nella Valle dei Templi: «Convertitevi, una volta verrà il giudizio di Dio».

I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata stanno indagando in una direzione lontana dalle spinose indagini di pubblica amministrazione che la procura porta avanti da tempo. I due pm sono coinvolti in un caso delicato che per ben due volte ha spinto i magistrati a chiedere l’archiviazione e che poi è finito in Tribunale perché il gip ha disposto l’imputazione coatta degli imputati.

Attorno ai tre magistrati hanno fatto quadrato pezzi del mondo della politica, della società civile e anche i magistrati. «La comunità dei magistrati di Torre Annunziata respinge le assurde e infondate accuse raccolte da ignoti in un manifesto affisso all’ingresso dell’ufficio giudiziario oplontino – ha scritto in un comunicato la sezione oplontina dell’Anm – La Sottosezione, nell’esprimere solidarietà ai colleghi per questo vile e scomposto attacco, manifesta il suo sconcerto per la grave offesa alla magistratura nella sede ove esercita la sua delicata funzione di affermazione della legalità al servizio dei cittadini».

Il Pd, con un intervento a firma di Marco Sarracino (segretario provinciale) e di Paolo Persico (commissario dei ‘dem’ di Torre Annunziata), ha inoltre avanzato la necessità di «una mobilitazione collettiva di carattere politico e civico, parallela a forti atti istituzionali, affinché si eriga e si consolidi un muro contro la camorra e il malaffare». E’ sceso in campo anche il Pd di Napoli, che parla di «chiaro tentativo di sfida nei confronti dello Stato e di chi si impegna quotidianamente per combattere le quotidiane illegalità».

Di qui il pressing per una «mobilitazione collettiva di carattere politico e civico, parallela a forti atti istituzionali, affinché si eriga e si consolidi un muro contro la camorra e il malaffare». In quest’ottica il PD Napoli ha convocato per il 16 maggio, presso la sede oplontina del Pd, un’assemblea con tutti i segretari di circolo dei comuni che in questi anni sono stati sciolti per infiltrazione camorristica: «Riteniamo sia utile e necessario riflettere anche sulle nostre criticità e su alcune proposte concrete che determinino una svolta quanto mai necessaria nelle nostre comunità».

Dal Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare Area Sud di Napoli arriva, invece, la richiesta di alzare «il livello di vigilanza e sicurezza del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata». «Si è trattato di un avvertimento che assume il tono di una chiara minaccia contro quei magistrati impegnati in prima linea e in complesse inchieste sull’intreccio tra politica, imprenditoria e camorra a Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Torre del Greco – scrive il Comitato – Auspichiamo che al più presto le indagini facciano luce e colpiscano gli autori del gesto. Noi non lasceremo soli i servitori dello Stato, saremo la loro scorta civica. Indietro non si deve più tornare».

martedì, 10 Maggio 2022 - 18:06
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